DIETA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE

La dieta da seguire per la sindrome dell’intestino irritabile dovrà essere equilibrata secondo i principi di una sana alimentazione e, in base alla sintomatologia a cui si accompagna, focalizzarsi su alcune raccomandazioni specifiche.

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Dal momento che i sintomi possono essere diversi ed anche risultare opposti, come nel caso di stipsi e diarrea, la dieta per la sindrome dell’intestino irritabile sarà fortemente personalizzata con lo scopo di alleviare i disturbi che questa comporta.

I fattori legati alla dieta influiscono sui sintomi, tuttavia i cibi che possono scatenarli non sono gli stessi per tutti i soggetti.

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Credits: Foto di Pexels | Daria Shevtsova



È fondamentale identificare gli alimenti che possono essere mal tollerati. Una strada possibile è tenere un diario alimentare con lo scopo di identificare i cibi che possono aggravare i disturbi e valutare insieme al dietista nutrizionista ed al medico di riferimento una loro esclusione ed una adeguata sostituzione.

LE INDICAZIONI DIETETICHE PER LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE

Si consiglia di consumare i pasti regolarmente dedicandovi il giusto tempo, masticando lentamente ed in modo adeguato. Oltre ad evitare di saltare i pasti, si raccomanda di non fare lunghe pause tra un pasto e quello successivo.

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Credits: Foto di Pexels | Helena Lopes

Tra gli alimenti da evitare rientrano quelli che possiedono elevate quantità di “amido resistente”. La motivazione è che il nostro organismo non è in grado di digerire questa sostanza che di conseguenza raggiungerà il colon dove sarà fermentata dal microbiota intestinale, ovvero l’insieme dei microrganismi che vi abitano. Così, se introdotta in quantitativi importanti, può promuovere la sintomatologia della sindrome dell’intestino irritabile. L’amido resistente si ritrova spesso in alimenti preconfezionati o precotti che saranno perciò da limitare.

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Credits: Foto di Pexels | Karolina Grabowska

In caso di diarrea si consiglia di evitare l’assunzione di dolcificanti come sorbitolo e mannitolo, generalmente contenuti nelle caramelle, nelle gomme da masticare e nelle bevande senza zucchero e prodotti dolci light.

LA GIUSTA QUOTA DI FIBRE

La quota di fibra introdotta attraverso la dieta deve essere regolata in riferimento ai sintomi di diarrea o stipsi, in accordo col proprio professionista di riferimento.

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Credits: Foto di Pexels | Pixabay

Le fibre insolubili, come quelle che si ritrovano nella crusca, potrebbero causare un peggioramento della sintomatologia. In base alla valutazione della propria tolleranza potrebbe essere, perciò, sconsigliata l’assunzione di alimenti che le contengono a favore di quelli ricchi di fibre solubili.

NON DIMENTICHIAMOCI DELL’IDRATAZIONE

L’idratazione è un fattore importante per garantire la corretta consistenza delle feci. Il fabbisogno idrico deve essere assicurato essenzialmente bevendo acqua.

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Credits: Foto di Pexels | Daria Shevtsova

Possono essere d’aiuto anche infusi e tisane non contenenti caffeina. Tè e caffè sono da limitare, si consiglia di non superare le 3 tazze al giorno.

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Credits: Foto di Pexels | Kaboompics Com

Le altre raccomandazioni per le bevande consistono nell’evitare le bibite gasate e gli alcolici.

LA DIETA A BASSO CONTENUTO DI FODMAP

Quando i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile persistono nonostante l’aderenza alle raccomandazioni sull’alimentazione e lo stile di vita, un possibile approccio è la dieta a basso contenuto di FODMAP, Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols.

la dieta a basso contenuto di FODMAP PUò MIGLIORARE LA SINTOMATOLOGIA

I FODMAP si ritrovano ad esempio nel grano, in alcuni tipi di frutta e verdura e nei latticini.

Questo regime dietetico si basa sulla limitazione dei carboidrati a corta catena scarsamente assorbiti che possono perciò essere sottoposti a fermentazione dal microbiota intestinale, cioè l’insieme dei microrganismi che abitano il nostro intestino.

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Si tratta di una dieta di esclusione a cui deve seguire una reintroduzione graduale e progressiva di tutti gli alimenti per cui è fondamentale evitare il fai da te e rivolgersi sempre ad un professionista.

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Ragazze, se vi interessa il tema alimentazione e salute non potete perdervi questi post:

1) CARENZA DI VITAMINA D: SINTOMI, CAUSE E ALIMENTAZIONE SECONDO LA DIETISTA

2) C’É DIFFERENZA TRA MIELE, ZUCCHERO DI CANNA E ZUCCHERO BIANCO?

3) REFLUSSO GASTROESOFAGEO: LA DIETA DA SEGUIRE E ALIMENTI VIETATI

FONTI

https://www.issalute.it/

National Institute for Health and Care Excellence. Irritable bowel syndrome: diagnosis and management of irritable bowel syndrome in primary care.

Dott.ssa Morgana Villa Dietista Nutrizionista

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Ragazze, siamo arrivate alla conclusione. Qualcuna di voi soffre della sindrome dell’intestino irritabile? Come avete affrontato questa situazione? Se vi va potete condividere la vostra esperienza nei commenti. Un bacione dal TeamClio!

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