Ciao ragazze!
Oggi volevo parlarvi di un oggetto che è entrato a far parte della nostra beauty routine da qualche anno, e che sicuramente quasi tutte voi hanno nella propria trousse: il pennello Kabuki! Vi spiegherò meglio cos’è e quali sono le sue particolarità rispetto ad altri pennelli, come si usa, perché è così innovativo e importante per l’applicazione di alcuni prodotti e perché si chiama così! Siete curiose infatti di scoprirne anche la storia, che arriva nientemeno che dal Giappone? Allora leggete oltre!
Prima di iniziare vorrei ringraziare una di voi che qualche settimana fa mi ha lanciato l’idea: grazie anelE! 😉 Ho pensato che in effetti fosse un argomento interessante per tutte voi, così eccomi qui a parlarvene!
Il pennello Kabuki ha origini piuttosto antiche e nasce, come vi ho anticipato, proprio in Giappone. Prende il suo nome più nello specifico da una delle forme d’arte più diffuse e amate proprio nella terra del Sol Levante: il teatro Kabuki (che letteralmente vuol dire ‘abilità nel canto e nella danza’!). Questa forma di teatro ha le sue origini agli inizi del ‘600 e pare che fu proprio una donna, la danzatrice Okuni, a fondarlo a Kyoto, introducendo in particolare uno stile di danza innovativo (e particolarmente sensuale ed erotico) ispirato ad antiche danze religiose.
Nel tempo però le donne vennero escluse dalla recitazione nel teatro Kabuki, e così fu permesso solo agli uomini di interpretare i vari ruoli, compresi quelli femminili.
La particolarità del teatro Kabuki sta nel fatto che le storie raccontate, le trame e i dialoghi sono davvero ridotti al minimo e sono piuttosto fragili e gran parte dello spettacolo si basa sui gesti e sulle emozioni comunicati dagli attori, attraverso i loro visi e le loro espressioni, e quindi anche attraverso i loro trucchi, sempre molto marcati, pesanti e ben delineati in ogni performance.
Il trucco consisteva e consiste tuttora in una polvere di riso bianca dalla consistenza molto pastosa e densa stesa sia sul viso che sul collo, mentre labbra e occhi erano truccati con un rosso fuoco. E per applicare il trucco sul viso veniva usato un pennello pratico e veloce da utilizzare prima dello spettacolo, che permetteva una stesura perfetta del trucco su tutta la pelle.
Nasce da qui il nome ‘Kabuki’ per questo tipo di pennello, che negli anni si è evoluto fino a diventare quello che oggi tutte noi conosciamo: un pennello dalle setole dense, soffici, di dimensioni piuttosto grandi e a forma di cupola e da un manico molto corto, che poteva essere appoggiato anche su un tavolo dopo l’uso. Oggi il ‘kabuki’ è tornato ad essere famoso e molto usato nel makeup di tutti i giorni, in particolare per i prodotti in polvere come i fondotinta.
In particolare il suo uso cominciò a diffondersi molto quando nacquero i primi fondotinta minerali, in polvere libera. Questo tipo di prodotto è infatti composto da polveri sottilissime e il pennello kabuki era l’ideale per raccoglierle in maniera ottimale distribuendole perfettamente all’interno delle setole, assicurando quindi un’applicazione eccellente senza alcun spreco e con un finish molto naturale e preciso su tutto il viso.
Uno dei primi brand che in America ha lanciato i prodotti minerali è stata diversi anni fa la BareMinerals, che ha rilanciato quindi anche l’uso del kabuki, considerato ormai il pennello ideale per un’applicazione perfetta delle polveri. E io l’ho scoperto circa 6 anni, circa un anno dopo dal mio arrivo qui a New York, perché notavo che per questo tipo di fondotinta si usava solo ed esclusivamente questo pennello.
Oggi quindi il termine ‘Kabuki’ si riferisce a tutti quei pennelli che hanno le seguenti caratteristiche: setole sintetiche o naturali, larghe o più strette, piene e di forme ovali oppur piatte (il cosiddetto ‘flat’ kabuki) oppure oblique, e infine il manico più o meno corto.
Ora cliccate qui per la seconda pagina del post in cui vi spiegherò meglio come usarli, come mi trovo io e quali sono quelli che posseggo! 😉