Ciao a tutte!
Oggi vorremmo parlarvi di “appropriazione culturale“: definizione che viene usata per parlare di un trend che si serve di un accessorio o di un look proveniente da una specifica cultura, non riconoscendo, però, il significato originario o decontestualizzandolo erroneamente, rendendolo puramente fashion.
In questo post vorremmo illustrarvi 5 trend che sono stati “presi in prestito” da altre culture e mostrarvi qual è il loro vero significato ed origine, non solo per raccontarvi qualche curiosità, ma anche cercando di aiutarvi, nel nostro piccolo, a farne un uso consapevole e rispettoso!
Volete sapere di quali tendenze fashion e beauty stiamo parlando? Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo ;-)!
I GIOIELLI NUZIALI INDIANI SFOGGIATI AL COACHELLA
Recentemente stanno spopolando i piercing al naso ispirati ai gioielli nuziali indiani, come quello oversize indossato da Kendall Jenner al Coachella, o i classici anelli rivisitati in chiave d’ispirazione etnica.
Credits: huffingtonpost.com
Tuttavia, questi anelli, in India, conosciuti con il nome di Nath, hanno un significato ben preciso che varia anche in base alla zona del naso su cui vengono messi: normalmente, nella cultura e nella tradizione indiana, le ragazze si fanno bucare il naso verso i 16 anni, età che viene generalmente considerata come “età da marito”, e viene fatto in onore della dea Parvathi, protettrice dei matrimoni.
Via Pinterest
Anche le tipiche cavigliere con i sonagli che tante di noi hanno sfoggiato al mare, hanno un significato legato al matrimonio. Vengono indossate dalle donne indiane per annunciare il loro arrivo nella casa del marito con il loro tintinnio. Questi gioielli da caviglia sono anche note con il nome di Payal.
Credits: glamsuri.com
Un altro tipo di gioielli molto quotato è il Maang tikka, un accessorio che, oltre ad abbellire i capelli e la fronte, ha la funzione di indicare un chakra preciso.
Credits: shaadisaga.com
L’attrice Vanessa Hudgens, in una foto che ha pubblicato sul suo account Instagram, ne ha sfoggiato uno assieme ad una mise tradizionale indiana. In molti hanno trovato il look offensivo, in quanto le tradizioni legate a quel tipo di abbigliamento sono state apparentemente prese alla leggera dall’attrice, che se ne è servita per fare un selfie il cui contesto è stato interpretato da molti come fuori luogo.
Voi cosa ne pensate? Vanessa ha “giocato” con una tradizione seria come fosse una carnevalata? O al contrario voleva renderle omaggio?
Credits: dailymail.co.uk
I BINDI, SIMBOLO DI STATUS SOCIALE
A loro volta provenienti dalla tradizione indiana, i Bindi sono una decorazione per la fronte esclusivamente dedicata alle donne, il cui colore ha implicazioni relative allo status sociale di chi lo indossa.
Credits: asiagardens.es
I Bindi rossi vengono ad esempio indossati dalle donne sposate e simboleggiano prosperità e amore, mentre i Bindi neri sono vincolati alla vedovanza. Le ragazze giovani possono invece indossare Bindi di altri colori, sia in base alla loro casta di appartenenza, che come monito spirituale per rappresentare i doveri e gli scopi della propria vita.
Credits: threads.werindia.com
I Bindi hanno cominciato a spopolare nella cultura occidentale già a partire dagli anni ’90, come ben dimostra Gwen Stefani.
Credits: thefashionspot.com
Anche Selena Gomez ne è un’estimatrice, omaggiando però più la moda anni ’90 che il significato culturale e spirituale dei Bindi.
Credits: hollywoodlife.com
Ciao Team! Davvero un articolo molto interessante! Grazie!!
Articolo interessante, ma mi sembra che il discorso dell’appropriazione culturale segua la moda degli ultimi tempi di polemizzare su tutto. Voglio dire, quanti sono i simboli culturali/religiosi che vengono “riciclati” a scopi fashion? Pensiamo solo alle croci che vengono messe ovunque su capi e accessori. A ben vedere, si potrebbe trovare un significato “culturale” nell’origine di praticamente qualsiasi elemento di moda o trend, ma che piaccia o meno è proprio questo che fa la moda, prende ispirazione dal mondo e reinventa. Chi cerca di farne una polemica in molti casi sta solo cercando visibilità secondo me.
Nel periodo in cui ero costretta a frequentare i centri sociali ho notato che tra i numerosi ragazzi che portavano i dread c’era un’ignoranza spaventosa in materia. Perciò ho iniziato a spiegare durante l’ora di religione e a gente a caso che beccavo a farsi le canne il loro vero significato. Il rastafarianesimo è in primo luogo una religione che crede nella superiorità della “razza nera” (parole non mie e razziste ma di definizione ufficiale, spesso con anche la G, ma temevo mi bannassero) e che il “drogarsi” non è fine a se stesso. Ma vallo a far capire a un ragazzo bianco e privilegiato che fuma cannabis per hobby coi soldi del papi e porta i dread perché lui è “contro il sistema”!!!
Uzo Aduba, attrice di the Orange is the new black, è una grande portatrice di nodi Bantu nei capelli…l’avete presente?
Post davvero molto interessante, ho scoperto molte curiosità che non conoscevo, specialmente per gli accessori indiani!
ciao ragazze, a proposito di simboli religioni, ke ne pensate delle fashion blogger islamiche, le hipster hijabis e della moda haute hijab?
p.s. se in un futuro potesse diventate un accessorio io lo indosserei qlc volta, tipo copricapo, lo ammetto… se volete datemi anke della antifemminista…
http://www.hautehijab.com/blogs/hijab-fashion
Mah… su alcune cose sono anche d’accordo, come i simboli religiosi indiani utilizzati “perchè fa figo”. Probabilmente anche a me, se fossi religiosa, darebbe fastidio vedere un certo simbolo che per me ha un significato importante del tutto decontestualizzato e utilizzato come oggetto di moda. Altro discorso a mio avviso riguarda per esempio la pettinatura “bantu”… Trattandosi di una semplice acconciatura, non vedo nulla di male nel fatto che possa essere utilizzata anche da persone non africane.
perché in india il colore del matrimonio è il rosso mentre a noi è un apatico bianco???
Secondo me non e’ antifemminista portarlo, e’ antifemminista voler a tutti i costi costringerle a toglierlo!!
si infatti, sono d’ accordo! 😉
Perché il bianco è simbolo di purezza e in Italia siamo stati sotto il domimio ufficiale della chiesa fino all’altro giorno (e sottolineo ufficiale perché pur essendo uno stato laico mettiamo ancora il pensiero del Papa prima di molti diritti umani), e nella religione cattolica la sposa porta il bianco per dimostrare la sua verginità. Infatti fino a qualche anno fa si obbligava la sposa non vergine a vestire con altri colori
È antifemminista volerlo imporre o volerlo condannare, anzi è antiumano, ma finché le donne lo portano per scelta è un capo di abbigliamento come tanti
Il bantu, come i dread, hanno comunque un significato per le religioni (rispettivamente indigena e rastafariana). È come quando i tamarri portano il crocifisso al collo o gli hipster le croci rovesciate, è un simbolo che per alcuni ha un significato importante e portarlo come un accessorio di moda può dare fastidio a chi crede veramente.
concordo. la blogger ke ha inventato la marca haute hijab lo ha scelto per motivi religiosi. ho letto il suo blog. ovviamente lei segue la sua religione e non indosserebbe mai x esempio una minigonna o una maglia scollata. però cmq ha delle foto con dei look molto belli e femminili, soprattutto con il make up (ci sono anke hijab maculati ke usa spesso XD). lei ha detto ke è stata una sua scelta di fede e quindi la rispetto. sono da condannare invece gli uomini ke impongono alle mogli cosa devono indossare.
Scusa ma non mi ritrovo molto in quello che dici 🙂
Prima di tutto, non capisco cosa vuoi dire con religione “indigena” (visto che indigena vuol dire semplicemente originario del luogo).. Se ti riferisci alle religioni africane, beh sono molte e variegate.
Però scusa ma non ho trovato da nessuna parte una connessione tra i bantu knots e la religione, tu dove l’hai trovato? 🙂
È vero che spesso sul web si fa polemica perché non si ha nulla di concreto da dire. Ma questo post non è polemica, è informazione. E iniziare a dire “chi fa polemica lo fa solo per farsi notare” in ogni contesto è pericoloso, ad esempio ora può diventare un insulto a chi davvero si è sentito offeso per aver visto un proprio simbolo religioso usato come oggetto fashion. A me per esempio dà un po’ fastidio vedere che il Rosario viene utilizzato come accessorio, da persone che non sanno nemmeno le parole dell’ave Maria. Insomma non si può indossare una collana qualsiasi? E pensa che non sono nemmeno credente, per cui mi riesce facile immaginare quante persone si sono davvero sentite infastidite, e bisognerebbe diffondere l’idea che prima di usare un simbolo, è bene sapere a cosa corrisponde, e non tutto può diventare frivolo, no?
heheheheh allora avrebbero dovuto sposarsi tutte con abiti variopinti!!! XD
Ahahah è uno scherzetto ovviam
Però questo tipo di pizza esiste davvero, lo fanno in Olanda dove ho vissuto diversi mesi 🙂
molto interessante il post, specialmente le definizioni indu che non conoscevo
http://7-sevendays.blogspot.gr
Come antropologa comprendo la frustrazione di chi vede utilizzati fuori contesto simboli con cui si è convissuto sin dal giorno della propria nascita.
Tuttavia va detto che molti di coloro che denunciano l’appropriazione culturale scatenando polemiche, hanno loro per primi un’idea poco realistica della cultura a cui sentono di appartenere e anche di che cosa significa “identità culturale”.
La cultura non è una serie di icone, non è un noumeno che infonde nozioni e sapienza immutabile fin dalla nascita. Secondo l’antropologia contemporanea la cultura è invece fluida, in movimento con la storia, con noi e GRAZIE a noi! Tutti i simboli che consideriamo “tradizionali” (e per noi occidentali “tradizionale” significa indirettamente “purezza originale”, una sicurezza da contrapporre ai tempi incerti che viviamo oggi) hanno in realtà una storia che comprende spessissimo contaminazioni tra popoli e mutamenti di significato.
Dove voglio arrivare con questo panegirico? Al fatto che l’importate non è evitare (o proibire!) di indossare simboli di altre culture, ma conoscerne la storia! Così chi vorrebbe adottarli potrebbe valutare se è il caso o meno di farlo, e chi vorrebbe limitarne l’uso capirebbe che, se vuole incarnare lo spirito del popolo a cui sente di appartenere, dovrebbe assumere un atteggiamento di maggiore apertura al cambiamento 😉
Sì certo, siamo fan di questa serie e lei è fantastica!
Stavolta la Chiesa non c’entra, in realtà il moderno abito bianco deriva da un trend lanciato in tutto l’occidente dalla regina Vittoria nel XIX secolo, e persiste ancora oggi!
Infatti in passato i colori più gettonati per le spose erano rosso, blu o verde!
Come si chiama la ragazza che scritto questo post?
È stato davvero interessante leggerlo, è scritto benissimo e l’argomento è trattato con delicatezza e rispetto
Brava, ottimo lavoro.
da indologa che va spesso in india e artista dell’hennè che lavora con spose indiane posso dirti che bindi (che significa semplicemente punto) oggi è assolutamente considerato in primis un accessorio di moda anche in india e si abbina all’abbigliamento. A eccezione di quello rosso che indica l’essere sposata. Io in india lo metto spesso proprio per non essere importunata da attenzioni indesiderate. Si mette nel punto di un chakra ma ha quel significato oggi solo quando si segna come simolo religioso con la pasta o la polvere colorata (anche gli uomini lo fanno). Comunque non vedo nulla di offensivo nelle foto delle attrici, lo stesso orecchino al naso non è originariamente un costume indiano e loro sono i primi ad avere inglobato molte tradizioni esterne. Il tikka o mang tikka anche oggi è considerato accessorio sì tradizionale ma per cerimonie e party in cui l’importanza dell’abbigliamento è molto estetica. L’orecchino al naso è in generale un simbolo sessuale ma ormai questo significato è poco chiaro anche agli indiani stessi, come dire che le nostre spose occidentali si vestono di bianco perché hanno in mente il significato originario della purezza e della verginità…. Tra l’altro anche gli indiani ci imitano molto e ormai indossano I jeans con le casacche tradizionali e lo chiamano indo-Western style
Confermo e sottoscrivo.
Ridicolo che ci siano delle polemiche se una ragazza occidentale ha un look indiano, in India non mi è mai successo, sono una mua specializzata in makeup orientale, mio marito è indiano e in India son sempre molto contenti quando indosso i loro abiti e ornamenti, scusate ma credo che l’articolo descriva una situazione abbastanza surreale e passi un messaggio di totale chiusura che in questo momento non è per niente utile..non c’è l’esclusiva per le indiane come non c’è per le occidentali sul vestiario, ognuno con rispetto dovrebbe vestirsi come preferisce, sempre con consapevolezza! Mi dispiace ma non condivido questo modo di fare informazione che non aiuta assolutamente una sana ricerca della bellezza secondo i nostri gusti e ciò che ci rende felice. Aggiungo che durante le sfilate ed i photoshooting le modelle indossano sempre monili ornamenti e simboli tradizionali puramente per moda che cambia in questo caso tra una ragazza indiana ed una occidentale?
Le seguo hanno spunti interessantissimi sia sull’abbigliamento che sul makeup!
Condivido pienamente!
Condivido i simboli religiosi sono una cosa quello legati alla società, le tradizioni un’altra!
Si ma…con tutto i make up da calavera che girano su internet di una bellezza immane, siete andati a sceglierne una che più malfatta e imprecisa non c era hahahaha
Mi piacciono trovo abbiano diversi spunti interessanti sia per la moda che per il makeup!
Condivido!
Credo che molti non sappiano che Vanessa Hudgens abbia origini indiane…….. la sua foto non ha niente di sbagliato XD
si anke se hanno l’ hijab hanno dei vestiti molto belli (la gonna blu ke indossa a Torino vicino al fiume) portando l’ hijab ke incornicia il viso hanno dei make up molto belli! 🙂