I NODI BANTU, FRUTTO DELLA TRADIZIONE CULTURALE AFRICANA

I nodi Bantu (Bantu knots) sono un’acconciatura nata probabilmente tra le tribù Zulu nella parte più a sud dell’Africa, e sono parte, da secoli, della tradizione culturale africana. Spesso vengono realizzati dalle donne e dalle ragazze nere come acconciatura da indossare la notte, per far durare più a lungo il giorno successivo i ricci e le onde dei capelli.

ClioMakeUp-Appropriazione-Culturale (8)Credits: chedonna.it

Sul sito dedicato alla cura dei capelli Mane Addicts è sorta una controversia riguardo la denominazione dei nodi Bantu, che in un articolo sono stati chiamati “mini chignon arrotolati“, in occasione di un tutorial volto a ricreare un look della primavera del 2015 di Marc Jacobs.

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Il post è stato addirittura rimosso a seguito di un polverone nato per l’ignoranza che quei “mini buns” fossero in realtà un’acconciatura tradizionale, ma nonostante ciò, l’offesa per la mancata attribuzione culturale è rimasta, arrivando a far quasi chiudere il sito.



Tra le star che amano sfoggiare i nodi Bantu menzioniamo Rihanna, Bjork e, in una versione “tra l’africano e il manga”, Miley Cyrus.

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Credits: myspice.tv

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Credits: glamourmagazine.co.uk

ClioMakeUp-Appropriazione-Culturale (12)Credits: reddit.com

IL MAKE UP DEL DIA DE MUERTOS E I FESTEGGIAMENTI DI HALLOWEEN

Il Dia de Muertos (il Giorno dei morti) è un’importante festa dedicata ai propri cari e alle persone decedute, radicata da secoli nella cultura del Messico. In occasione della festa, le donne spesso si truccano da Calavera Catrina, uno scheletro elegantemente vestito che, secondo la tradizione, simboleggia la precarietà della vita e l’universalità della morte, che colpisce tutti, non importa se ricchi o poveri!

ClioMakeUp-Appropriazione-Culturale (14)Una raffigurazione della Calavera Catrina. itsbakeoclock.wordpress.com

Questo particolare make up è stato ripreso come ispirazione per i trucchi di Halloween, arrivando letteralmente a spopolare negli ultimi anni. Questo fatto, a diverse persone messicane non è piaciuto: il trucco della Calavera Catrina è infatti parte fondamentale della prospettiva della vita di una cultura e del suo modo di onorare i morti, e interpretarlo come un trucco spaventoso per una festa in maschera, messo sullo stesso piano di una mise da lupo mannaro, è risultato offensivo.

 ClioMakeUp-appropriazione-culturale-dia-de-muertosCredits: people.emich.edu

ClioMakeUp-Appropriazione-Culturale (13)Credits: bellezaenconstruccion.com

I DREADLOCK: DAL RASTAFARIANESIMO ALLE EXTENSION CON FIORELLINI

I dreadlock sono un’acconciatura costituita da capelli arrotolati e aggrovigliati su sé stessi strettamente collegati al rastafarianesimo, un movimento religioso molto diffuso specialmente in Giamaica. Questo tipo di acconciatura implicitamente può comunicare un rifiuto nei confronti della mondanità e delle convenzioni, ma anche rappresentare un simbolo di forza divina, espressa tramite la lunghezza dei capelli (ricordate Sansone?).

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Via Pinterest

Questa acconciatura però non è scevra da stereotipi culturali negativi che hanno creato molti pregiudizi nei confronti di chi li indossa, e quando la catena Free People ha messo in commercio dei dread tinti di rosa e adornati di fiori lanciandoli sul mercato come un accessorio carino con cui dare personalità al look, si è scatenata una polemica molto grande.

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La polemica è stata dettata dal fatto che, sulle persone bianche, i dread venivano considerati come un mero “accessorio” e una moda e per questo venduti come un leggero trend di bellezza. Non aiuta di certo il fatto che, per molto tempo, la cultura mainstream occidentale ha giudicato negativamente chi li sfoggiava per motivi culturali.

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Non da ultimo il caso Zendaya: dopo aver sfoggiato una lunga chioma di (finti) dead agli Oscar 2015, in omaggio alla cultura Rastafari, la Fashion Police ha bocciato l’acconciatura e Giuliana Rancic l’ha descritta dicendo “sento odore di patchuli e erba“. La giovane it-girl si è infuriata e ha dato una lezione alla famosissima giornalista sulla storia e la cultura Rasta, portandola alle scuse pubbliche per la sua “battuta razzista“.

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In segno di supporto a Zendaya, la Mattel ha realizzato una Barbie con il suo aspetto, proprio con l’abito degli Oscar 2015 e l’immancabile chioma di dread!

Ragazze se vi è piaciuto questo post, allora vi consigliamo anche di leggere:

1) PAESE CHE VAI, CONCORSO DI BELLEZZA CHE TROVI!

2) TREND DI BELLEZZA PARTICOLARI PROVENIENTI DA ALTRE CULTURE

3) DIFFERENZE CULTURALI: IL FALLIMENTO DI SEPHORA IN GIAPPONE

Ragazze voi conoscevate l’appropriazione culturale, e che cosa ne pensate? Secondo voi si deve tenere conto del contesto in cui si sfoggia un look che non appartiene alla nostra cultura, oppure un trend fashion e beauty va preso come tale senza darci troppo peso? Diteci la vostra nei commenti! Un bacione dal TeamClio!

35 COMMENTI

  1. Articolo interessante, ma mi sembra che il discorso dell’appropriazione culturale segua la moda degli ultimi tempi di polemizzare su tutto. Voglio dire, quanti sono i simboli culturali/religiosi che vengono “riciclati” a scopi fashion? Pensiamo solo alle croci che vengono messe ovunque su capi e accessori. A ben vedere, si potrebbe trovare un significato “culturale” nell’origine di praticamente qualsiasi elemento di moda o trend, ma che piaccia o meno è proprio questo che fa la moda, prende ispirazione dal mondo e reinventa. Chi cerca di farne una polemica in molti casi sta solo cercando visibilità secondo me.

  2. Nel periodo in cui ero costretta a frequentare i centri sociali ho notato che tra i numerosi ragazzi che portavano i dread c’era un’ignoranza spaventosa in materia. Perciò ho iniziato a spiegare durante l’ora di religione e a gente a caso che beccavo a farsi le canne il loro vero significato. Il rastafarianesimo è in primo luogo una religione che crede nella superiorità della “razza nera” (parole non mie e razziste ma di definizione ufficiale, spesso con anche la G, ma temevo mi bannassero) e che il “drogarsi” non è fine a se stesso. Ma vallo a far capire a un ragazzo bianco e privilegiato che fuma cannabis per hobby coi soldi del papi e porta i dread perché lui è “contro il sistema”!!!

  3. Uzo Aduba, attrice di the Orange is the new black, è una grande portatrice di nodi Bantu nei capelli…l’avete presente?

  4. Post davvero molto interessante, ho scoperto molte curiosità che non conoscevo, specialmente per gli accessori indiani!

  5. ciao ragazze, a proposito di simboli religioni, ke ne pensate delle fashion blogger islamiche, le hipster hijabis e della moda haute hijab?

    p.s. se in un futuro potesse diventate un accessorio io lo indosserei qlc volta, tipo copricapo, lo ammetto… se volete datemi anke della antifemminista…

    http://www.hautehijab.com/blogs/hijab-fashion

  6. Mah… su alcune cose sono anche d’accordo, come i simboli religiosi indiani utilizzati “perchè fa figo”. Probabilmente anche a me, se fossi religiosa, darebbe fastidio vedere un certo simbolo che per me ha un significato importante del tutto decontestualizzato e utilizzato come oggetto di moda. Altro discorso a mio avviso riguarda per esempio la pettinatura “bantu”… Trattandosi di una semplice acconciatura, non vedo nulla di male nel fatto che possa essere utilizzata anche da persone non africane.

  7. Secondo me non e’ antifemminista portarlo, e’ antifemminista voler a tutti i costi costringerle a toglierlo!!

  8. Perché il bianco è simbolo di purezza e in Italia siamo stati sotto il domimio ufficiale della chiesa fino all’altro giorno (e sottolineo ufficiale perché pur essendo uno stato laico mettiamo ancora il pensiero del Papa prima di molti diritti umani), e nella religione cattolica la sposa porta il bianco per dimostrare la sua verginità. Infatti fino a qualche anno fa si obbligava la sposa non vergine a vestire con altri colori

  9. È antifemminista volerlo imporre o volerlo condannare, anzi è antiumano, ma finché le donne lo portano per scelta è un capo di abbigliamento come tanti

  10. Il bantu, come i dread, hanno comunque un significato per le religioni (rispettivamente indigena e rastafariana). È come quando i tamarri portano il crocifisso al collo o gli hipster le croci rovesciate, è un simbolo che per alcuni ha un significato importante e portarlo come un accessorio di moda può dare fastidio a chi crede veramente.

  11. concordo. la blogger ke ha inventato la marca haute hijab lo ha scelto per motivi religiosi. ho letto il suo blog. ovviamente lei segue la sua religione e non indosserebbe mai x esempio una minigonna o una maglia scollata. però cmq ha delle foto con dei look molto belli e femminili, soprattutto con il make up (ci sono anke hijab maculati ke usa spesso XD). lei ha detto ke è stata una sua scelta di fede e quindi la rispetto. sono da condannare invece gli uomini ke impongono alle mogli cosa devono indossare.

  12. Scusa ma non mi ritrovo molto in quello che dici 🙂
    Prima di tutto, non capisco cosa vuoi dire con religione “indigena” (visto che indigena vuol dire semplicemente originario del luogo).. Se ti riferisci alle religioni africane, beh sono molte e variegate.
    Però scusa ma non ho trovato da nessuna parte una connessione tra i bantu knots e la religione, tu dove l’hai trovato? 🙂

  13. È vero che spesso sul web si fa polemica perché non si ha nulla di concreto da dire. Ma questo post non è polemica, è informazione. E iniziare a dire “chi fa polemica lo fa solo per farsi notare” in ogni contesto è pericoloso, ad esempio ora può diventare un insulto a chi davvero si è sentito offeso per aver visto un proprio simbolo religioso usato come oggetto fashion. A me per esempio dà un po’ fastidio vedere che il Rosario viene utilizzato come accessorio, da persone che non sanno nemmeno le parole dell’ave Maria. Insomma non si può indossare una collana qualsiasi? E pensa che non sono nemmeno credente, per cui mi riesce facile immaginare quante persone si sono davvero sentite infastidite, e bisognerebbe diffondere l’idea che prima di usare un simbolo, è bene sapere a cosa corrisponde, e non tutto può diventare frivolo, no?

  14. Ahahah è uno scherzetto ovviam
    Però questo tipo di pizza esiste davvero, lo fanno in Olanda dove ho vissuto diversi mesi 🙂

  15. Come antropologa comprendo la frustrazione di chi vede utilizzati fuori contesto simboli con cui si è convissuto sin dal giorno della propria nascita.
    Tuttavia va detto che molti di coloro che denunciano l’appropriazione culturale scatenando polemiche, hanno loro per primi un’idea poco realistica della cultura a cui sentono di appartenere e anche di che cosa significa “identità culturale”.
    La cultura non è una serie di icone, non è un noumeno che infonde nozioni e sapienza immutabile fin dalla nascita. Secondo l’antropologia contemporanea la cultura è invece fluida, in movimento con la storia, con noi e GRAZIE a noi! Tutti i simboli che consideriamo “tradizionali” (e per noi occidentali “tradizionale” significa indirettamente “purezza originale”, una sicurezza da contrapporre ai tempi incerti che viviamo oggi) hanno in realtà una storia che comprende spessissimo contaminazioni tra popoli e mutamenti di significato.
    Dove voglio arrivare con questo panegirico? Al fatto che l’importate non è evitare (o proibire!) di indossare simboli di altre culture, ma conoscerne la storia! Così chi vorrebbe adottarli potrebbe valutare se è il caso o meno di farlo, e chi vorrebbe limitarne l’uso capirebbe che, se vuole incarnare lo spirito del popolo a cui sente di appartenere, dovrebbe assumere un atteggiamento di maggiore apertura al cambiamento 😉

  16. Stavolta la Chiesa non c’entra, in realtà il moderno abito bianco deriva da un trend lanciato in tutto l’occidente dalla regina Vittoria nel XIX secolo, e persiste ancora oggi!

  17. Come si chiama la ragazza che scritto questo post?
    È stato davvero interessante leggerlo, è scritto benissimo e l’argomento è trattato con delicatezza e rispetto
    Brava, ottimo lavoro.

  18. da indologa che va spesso in india e artista dell’hennè che lavora con spose indiane posso dirti che bindi (che significa semplicemente punto) oggi è assolutamente considerato in primis un accessorio di moda anche in india e si abbina all’abbigliamento. A eccezione di quello rosso che indica l’essere sposata. Io in india lo metto spesso proprio per non essere importunata da attenzioni indesiderate. Si mette nel punto di un chakra ma ha quel significato oggi solo quando si segna come simolo religioso con la pasta o la polvere colorata (anche gli uomini lo fanno). Comunque non vedo nulla di offensivo nelle foto delle attrici, lo stesso orecchino al naso non è originariamente un costume indiano e loro sono i primi ad avere inglobato molte tradizioni esterne. Il tikka o mang tikka anche oggi è considerato accessorio sì tradizionale ma per cerimonie e party in cui l’importanza dell’abbigliamento è molto estetica. L’orecchino al naso è in generale un simbolo sessuale ma ormai questo significato è poco chiaro anche agli indiani stessi, come dire che le nostre spose occidentali si vestono di bianco perché hanno in mente il significato originario della purezza e della verginità…. Tra l’altro anche gli indiani ci imitano molto e ormai indossano I jeans con le casacche tradizionali e lo chiamano indo-Western style

  19. Ridicolo che ci siano delle polemiche se una ragazza occidentale ha un look indiano, in India non mi è mai successo, sono una mua specializzata in makeup orientale, mio marito è indiano e in India son sempre molto contenti quando indosso i loro abiti e ornamenti, scusate ma credo che l’articolo descriva una situazione abbastanza surreale e passi un messaggio di totale chiusura che in questo momento non è per niente utile..non c’è l’esclusiva per le indiane come non c’è per le occidentali sul vestiario, ognuno con rispetto dovrebbe vestirsi come preferisce, sempre con consapevolezza! Mi dispiace ma non condivido questo modo di fare informazione che non aiuta assolutamente una sana ricerca della bellezza secondo i nostri gusti e ciò che ci rende felice. Aggiungo che durante le sfilate ed i photoshooting le modelle indossano sempre monili ornamenti e simboli tradizionali puramente per moda che cambia in questo caso tra una ragazza indiana ed una occidentale?

  20. Condivido i simboli religiosi sono una cosa quello legati alla società, le tradizioni un’altra!

  21. Si ma…con tutto i make up da calavera che girano su internet di una bellezza immane, siete andati a sceglierne una che più malfatta e imprecisa non c era hahahaha

  22. Mi piacciono trovo abbiano diversi spunti interessanti sia per la moda che per il makeup!

  23. Credo che molti non sappiano che Vanessa Hudgens abbia origini indiane…….. la sua foto non ha niente di sbagliato XD

  24. si anke se hanno l’ hijab hanno dei vestiti molto belli (la gonna blu ke indossa a Torino vicino al fiume) portando l’ hijab ke incornicia il viso hanno dei make up molto belli! 🙂

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