4 GIORNI PER SCOPRIRE CHI SI NASCONDE DIETRO L’AFRO FASHION SHOW
Gli eventi dell’Afro Fashion Week si sono svolti in 4 intere giornate. Lo scopo era quello di far conoscere l’Africa, per lo più attraverso i tessuti locali e tradizionali che non hanno niente a che vedere con quelli occidentali, mostrando tutta la loro potenzialità nel mondo della moda.
Via Pinterest
Infatti, al contrario di quel che crediamo, i sono tessuti tipici hanno nomi specifici come Bogolan, Batik, Kanga, Kente e tanti altri… ognuno con la propria caratteristica.
MICHELLE FRANCINE NGOMO: UNA DONNA DA CONOSCERE
Michelle Francine Ngomo è la fondatrice dell’Afro Fashion Show. Originaria del Camerun, arriva in Italia in giovane età e da subito si avvicina mondo della comunicazione, dapprima con una Laurea triennale in Comunicazione Audiovisiva e Multimediale, successivamente con una Laurea specialistica in Lingue Straniere, per accrescere il suo bagaglio culturale.
Dopo vari stage importanti all’estero tra cui uno presso il Ministero della Cultura Belga, è attualmente impegnata in vari progetti culturali: è infatti direttrice di All-TV oltre che essere presidente dell’Associazione degli Studenti Africani a Ferrara. Insomma, una donna da cui prendere esempio, non vi pare?
L’idea del progetto nasce due anni fa con l’obiettivo comune di far conoscere, all’Italia, la cultura africana attraverso design e moda.
Con l’affiancamento del vice presidente Ruth Akutu Maccarthy si è lavorato per far comprendere l’evoluzione dell’integrazione culturale nella società in cui viviamo. Basandosi su un punto di vista diverso, stanno cercando di valorizzare e di mostrare un’Africa che ispira, soprattutto nell’ambito della moda, idee e creatività.
SEMPRE PIU’ DESIGNER ITALIANI INNAMORATI DELL’AFRO!
Il progetto è rivolto ad artisti in ascesa e ha fatto emergere la presenza di tantissimi designer italiani che, per le loro creazioni, si sono presentati alle iscrizioni mostrando abiti di haute couture realizzati utilizzando stoffe o ispirazioni afro!
Essendo questo l’esordio alla Afro Fashion Week, si è deciso di scegliere solo un rappresentante italiano, in particolare DOUBLE TROUBLE BOLOGNA, per cercare di far capire, considerata anche l’origine degli altri stilisti selezionati, quanto internazionale sia questa nuova tendenza.
Caterina Libouri, Margherita Libouri e Rossana Urso sono i volti italiani che si nascondono dietro al nome Double Trouble Bologna. Marchio che si concentra sulla realizzazione di borse personalizzate a mano e che si distingue per carattere ed originalità. #GIRLPOWER 🙂
DBT, il brand italiano selezionato tra i numerosi candidati, nasce dal concetto di recuperare
l’artigianalità storica italiana, al fine di realizzare prodotti innovativi e trasformabili. Ha l’obiettivo di produrre accessori unici e sartoriali che entrano a far parte della vita delle persone, con la loro allure attuale e attraente in qualunque stagione!
Non solo moda: per rappresentare la cultura africana nelle sue mille sfaccettature, anche l’accompagnamento musicale delle sfilate è stato sapientemente scelto, ravvivando la classica passerella con musiche allegre e frizzanti, sfruttate dalle modelle anche per fare qualche foto di danza.
Ma è stata sabato, probabilmente, la giornata più seguita sui social! Le IG stories e snapstories dedicate all’evento non hanno smesso, neanche un secondo, di essere aggiornate!
Ci sono stati e sponenti del calibro di Tommy Kuti, famoso cantante/rapper, e la mitica Tia Taylor, blogger /youtuber afroamericana, studentessa della Bocconi di Milano: sicuramente qualcuna di voi la segue, per via dei suoi tutorial e famosi video in cui paragona la cultura italiana a quella americana!
In più, c’erano Angela, una famosa hair expert e altre make-up guru afroitaliane, che hanno avuto modo di incontrare i propri fan, ma soprattutto di affrontare altre tematiche e questioni importanti per cui si battono e cercano di dare voce.
Differenze musicali, percezioni personali, consigli e discriminazioni nel beauty sono alcuni degli temi affrontati.
Nella parte finale dell’ evento (le ultime due giornate) si sono susseguite sfilate, esibizioni musical e mostre, ultimando il tutto con un meraviglioso party al Just Cavalli Cafè.
Che dire, buona la prima! Noi non vediamo già l’ora di vedere i look d’ispirazione della prossima stagione! E voi?
Siete curiose di leggere alcuni articoli sulla bellezza della diversità?
1) LA RAGAZZA CON LA PELLE PIU’ SCURA DEL MONDO: “LA DEA DELLA MELANINA” DIVENTA ICONA!
2) #VITILIGO: IL PROGETTO DEL FOTOGRAFO BROCK CHE IMMORTALA LA BELLEZZA DELLE PELLI UNICHE!
3)#COSEDANONCHIEDERE, UN PROGRAMMA CONTRO LA CAUSA DEI PREGIUDIZI: L’IGNORANZA!
Ragazze qualcuna di voi ha mai provato ad abbinare accessori afro al proprio outfit? Avete già adocchiato qualche brand nella vostra zona con questo tipo di fantasia? Fatecelo sapere nei commenti che siamo curiose! Un bacione dal TeamClio!
C’era anche Loretta alla fashion week!:)
avete fatto benissimo a parlarne però, se mi posso permettere, “continente nero” no….. non è un sinonimo di Africa, è storicamente connotato in maniera negativa e stigmatizzante.
Grazie per l’osservazione, apprezziamo davvero che tu abbia letto l’articolo con attenzione, per questo ci teniamo a dire che il nostro intento non era minimamente dispregiativo. Infatti quando si parla di “Continente nero” di solito ci si riferisce alla parte dell’Africa che si trova al sud del Sahara, e il motivo del nome dipende dal fatto che per molto tempo é rimasta inesplorata, oltre al fatto che gli abitanti di queste zone hanno appunto la pelle di colore nero. È quindi un termine arcaico: per esempio i colonizzatori vedevano questa zona oscura in quanto ignota. Oppure viene anche usato dagli astronauti che guardano la terra dallo spazio, poiché risulta il continente meno illuminato, per via dell’assenza dell’elettricità in alcune zone. Non era quindi nostra intenzione sminuire, ma piuttosto valorizzarlo.
La moda afro mi ha sempre molto affascinata, ma su di me proprio non riesco a vederla… Le donne di origine africana la maggior parte delle volte sembrano delle divinità con quei colori e con quelle fantasie, ma per vedermici io avrei bisogno della loro consulenza. Belle, comunque, anzi bellissime 🙂
Ruth è una mia amica, di Seregno! Mitica!