In questo spazio virtuale il fulcro principale delle nostre discussioni, tra gossip, novità in fatto di prodotti make-up, skincare e recensioni, è, senza ombra di dubbio, la nostra bellezza. Ci teniamo a sottolineare l’aggettivo “nostra” poiché, qui sul blog, assieme a Clio abbiamo sempre tenuto a comunicare come essa risieda già in noi per quello che siamo, in vista della nostra valorizzazione e, soprattutto, del nostro benessere. Curare il proprio look, osare un trucco diverso dal solito o provare a replicare una determinata acconciatura sono, infatti, cose divertenti che ci spingono anche a sperimentare con la nostra immagine, rimarcando come sia una bellissima tela su cui poter dipingere tutto quello che desideriamo.

Oggi, però, parleremo di altri tipi di blog e che differiscono enormemente da questo, tristemente noti soprattutto negli ultimi tempi sui giornali per via della loro natura assurda e dannosa. Stiamo parlando di realtà quali i blog pro ana e pro mia, dei siti che incitano e sostengono i disturbi alimentari e che sono tornati alla ribalta tra i fatti di cronaca per via di un episodio verificatosi in Italia. Tra i protagonisti della vicenda ci sono Caterina, una ragazza di 15 anni incappata nella folle trappola psicologica di uno di essi, e la sua mamma che, con una forza enorme, si è mobilitata in tutto e per tutto per salvare sua figlia denunciando alle autorità il sito web.

Il tema del post sarà, dunque, l’enorme potere della rete che, se usato nel modo sbagliato, può condurre a situazioni di grande rischio e di pericolo: parlandovi della storia di Caterina, e del tipo di siti di cui è stata vittima, vogliamo quindi, nel nostro piccolo, dare una mano a riconoscere e a stanare determinate realtà virtuali, e ad affrontarle nel modo giusto arrivando a possedere le armi adatte per opporvisi. Per scoprire che cosa è successo, e di che cosa parlano i blog pro ana attivi ancora oggi sul web, continuate a leggere!

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L’ANORESSIA SOSTENUTA VIA WEB E WHATSAPP: IL CASO DI CATERINA E I PRIMI PASSI MOSSI DALLA GIUSTIZIA ITALIANA

I giornali negli ultimi giorni stanno parlando moltissimo di Caterina, una quindicenne di Ivrea caduta in una malattia subdola che, in (purtroppo) numerosi casi, non lascia scampo: l’anoressia. L’elemento scatenante che ha reso la sua vicenda celebre agli occhi della cronaca, però, è stato il ritrovamento, da parte di sua madre, dei messaggi che Caterina riceveva costantemente via Whatsapp e che la spingevano a mangiare sempre meno.

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La mittente era una ragazza 19enne, conosciuta su un blog pro-ana di cui era tra le proprietarie, e che aveva come mansione l’indicare alle ragazze frequentatrici del sito strategie e direttive su come dimagrire il più possibile.


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La scoperta della madre di Caterina è sfociata poi in una denuncia, che ha creato una situazione che, nel panorama del web italiano, non si era mai vista: la 19enne, infatti, è stata accusata di reati quali l’istigazione al suicidio e lesioni gravissime.

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Il reato di istigazione all’anoressia, in Italia, ancora non esiste, nonostante diverse proposte di legge

La novità sta principalmente nel fatto che, al momento, il reato di “istigazione all’anoressia” per la legge italiana non esiste, sebbene già nel 2008 sia stata fatta una proposta di legge con cui poter eliminare o bloccare tutti quei siti che incitano a portare avanti e ad aggravare i disturbi del comportamento alimentare e, nel 2014, ci sia stata una proposta bipartisan analoga, a cui purtroppo non sono conseguiti ulteriori sviluppi.

BLOG PRO ANA ATTIVI DA PIÙ DI UN DECENNIO SUL WEB, UNA REALTÀ DA NON SOTTOVALUTARE

Potrà sorprendere sapere che la denuncia della madre di Caterina risale a più di un anno fa. Solo ora, però, quello che c’è dietro è venuto alla ribalta, poiché le indagini sono durate moltissimi mesi e sono state condotte da più agenti di polizia sotto copertura nella rete.

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Sebbene, infatti, dopo questa vicenda l’attenzione dell’opinione pubblica sia molto più sensibile riguardo l’istigazione e l’incoraggiamento ad adottare condotte tipiche dei disturbi alimentari sul web, purtroppo questo fenomeno non è recente, anzi.

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I siti pro ana e pro mia sono presenti sul web da più di 10 anni

I siti pro ana e pro mia sono presenti sul web da più di una decina d’anni il che, tenendo conto di quanto più velocemente il tempo “scorra” sulla rete, è un preoccupante sintomo di quanto ci sia una persistenza ed una ricerca continua di informazioni a riguardo da parte di donne e ragazze di ogni età, anche se con una maggiore concentrazione tra quelle più giovani.

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Questi siti si sono diffusi in maniera sempre più capillare specialmente sulle principali piattaforme di blogging, microblogging e social networking e, non di rado, ci si può imbattere in gruppi virtuali chiusi e privatizzati, il cui obiettivo è quello del raggiungimento di un ideale di perfezione fisica che combacia con una magrezza malsana e, in molti casi, che può essere anche mortale.

cliomakeup-blog-pro-ana-attivi-2017-10“Non mangiare”

Ragazze, non abbiamo ancora terminato: nella pagina successiva vi parleremo di alcune delle caratteristiche agghiaccianti presenti nei blog che incitano i disturbi alimentari, e di un messaggio molto importante lanciato dalla madre di Caterina. Andate a pagina 2 per scoprire tutto!