Lintolleranza al lattosio è una condizione che accomuna molte persone. Si tratta di una reazione avversa nei confronti del lattosio, lo zucchero presente nel latte, costituita da sintomi generalmente gastrointestinali.

Ma come scoprire se si è intolleranti al lattosio? Che differenza c’è con l’allergia? Quali alimenti si possono mangiare? Lo abbiamo chiesto alla dietista Anna Gerbaldo, che ci ha spiegato tutto in questo post!

cliomakeup-intolleranza-lattosio-no-latte-1Credits: @menatti.com

ALLERGIE E INTOLLERANZE: COSÌ SIMILI E COSÌ DIVERSE

Quando una reazione avversa agli alimenti non è una vera reazione allergica o immunologica viene definita intolleranza alimentare.

cliomakeup-intolleranza-lattosio-allergie-intolleranze-2Si può quindi dire che un’intolleranza alimentare è una reazione non-immunomediata ai cibi o ai loro additivi e che si accompagna a una serie di sintomi.
È una reazione indesiderata del nostro organismo, scatenata dall’ingestione di uno o più alimenti oppure da disfunzioni/disturbi a carico dell’apparato digerente.
Tale reazione è strettamente dipendente dalla quantità dell’alimento non tollerato ingerito (dose-dipendente).
I sintomi di una intolleranza alimentare possono comparire anche a distanza di ore, in casi rari anche dopo alcuni giorni, il che rende più difficile riconoscerla e metterla in relazione con il cibo.

UN ESEMPIO DI INTOLLERANZA ALIMENTARE SCIENTIFICAMENTE DIMOSTRATA È L’INTOLLERANZA AL LATTE

Un esempio di intolleranza alimentare scientificamente dimostrata è l’intolleranza al latte, più nello specifico al lattosio, causata dalla carenza di lattasi.



Questa intolleranza interessa circa il 40% degli italiani e può essere di origine genetica, quindi comparire già dall’infanzia, oppure manifestarsi in età adulta.

cliomakeup-intolleranza-lattosio-prevalenza-4

L’INTOLLERANZA AL LATTOSIO

Il lattosio è lo zucchero contenuto nel latte.
Prima di essere assorbito e utilizzato dall’organismo, il lattosio deve essere scomposto in glucosio e il galattosio.

cliomakeup-intolleranza-lattosio-digestione-5

Credits: @zeenhome.com

Per effettuare questa operazione è necessario un enzima, chiamato lattasi.
Possiamo immaginare la lattasi come una forbice che taglia il lattosio in due, appunto in glucosio e galattosio.
Se non vengono prodotte sufficienti quantità di lattasi dall’organismo, una parte del lattosio può non essere digerito.

cliomakeup-intolleranza-lattosio-digestione-avversa-6

Nell’intolleranza, il lattosio non digerito viene fermentato. Credits: @ginkobilobahelp.info

QUALI SONO I SINTOMI?

La sintomatologia è dose-dipendente: maggiore è la quantità di lattosio ingerita, più evidenti sono i sintomi, che possono includere flatulenza, diarrea, gonfiore e dolori addominali.

cliomakeup-intolleranza-lattosio-sintomi-7Meno frequenti sono nausea, mal di testa, spossatezza ed eruzioni cutanee.

I SINTOMI PIÙ COMUNI SONO GASTROINTESTINALI

I sintomi appaiono dopo aver mangiato alimenti contenenti lattosio ma possono variare molto da soggetto a soggetto, perchè dipendono dalla gravità dell’intolleranza e dal tipo di pasto ingerito.

PERCHÈ SI DIVENTA INTOLLERANTI AL LATTOSIO?

L’intolleranza può essere genetica o acquisita.
Nel primo caso l’organismo non è in grado di produrre enzima lattasi a sufficienza; il disturbo si manifesta già nei primi anni di vita.

cliomakeup-intolleranza-lattosio-svezzamento-8

In questo caso i sintomi possono comparire durante lo svezzamento.                          Credits: @momcuddle.com

In una forma più rara, il neonato è completamente privo di lattasi e quindi manifesta i sintomi già quando viene nutrito con il latte materno.
In tutti gli altri casi, invece, l’intolleranza al lattosio è acquisita o secondaria, e può insorgere a qualunque età.
Può essere la conseguenza di patologie, lesioni e infiammazioni a carico dell’intestino o di terapie antibiotiche che inibiscono l’attività dell’enzima lattasi.
In questi casi il problema è transitorio: occorre eliminare per 3-6 mesi le fonti di lattosio e poi reintrodurle gradualmente.

Ragazze, non è finita qui! Come si diagnostica l’intolleranza al lattosio? Cosa si può mangiare e cosa no? Se non si mangiano i latticini, da dove assumere il calcio? Questo e molto altro, lo scoprite a pagina 2!

12 COMMENTI

  1. Ciao! Ho avuto la diagnosi di intollerante al lattosio da diversi anni tramite breath test e, se posso, vorrei aggiungere che è vero che si possono mangiare alcuni alimenti come brie, parmigiano/grana padano (poiché a ridotto contenuto di lattosio… ma lo contengono comunque) ma bisogna avere delle accortezze: in particolare, una volta scoperta l’intolleranza, bisognerebbe fare un periodo di disintossicazione totale mangiando alimenti completamente privi di lattosio e fare attenzione a tutte le etichetti alimentari,
    Questo perché di solito l’intestino è infiammato!
    Una volta che la situazione migliorata, si possono reintrodurre gradualmente alimenti delattosati (attenzione alla differenza fra lattosio 0,1% e 0,01%) e vedere come si sta o utilizzare le pillole contenenti l’enzima lattasi.
    Questo è quello che mi è stato detto dal gastroenterologo e che ho fatto io stessa…
    Riporto solo la mia esperienza 🙂

  2. Bel post. Io sono intollerante e infatti prendo solo prodotti che ne hanno poco o sono stati delattasati. Ma il gelato? Lo prendo normale. Certo stiamo sempre parlando di una volta la Settimana d’estate.

  3. Articolo veramente interessante e ben fatto, grazie Dottoressa 🙂
    Purtroppo esiste una forte disinformazione riguardo le intolleranze, se da una parte ci sono quelli che se le fanno venire per moda (stesso discorso ovviamente per glutine & Co.), dall’altro ci sono ancora tanti medici vecchio stampo secondo cui le intolleranze semplicemente non esistono.
    Mi ha colpito molto l’immagine della distribuzione mondiale dell’intolleranza al lattosio, mi sarei aspettata una diffusione molto più alta nei paesi industrializzati, anche e semplicemente perché in questi il maggior accesso ai test ne implicherebbe un maggior numero di diagnosi, mi viene da pensare invece che sia strettamente legata all’etnia. Qualcuno può confermarlo?

  4. Ci dovrebbe essere una teoria secondo cui dipende dalle abitudini alimentari dei Paesi: ad esempio Nord Europa, dove c’è più allevamento (invece di agricoltura) e quindi si consuma tanto latte, c’è una percentuale minore rispetto ai paesi mediterranei. In Cina invece è alta perché non si consuma praticamente latte.

  5. Io proprio l’anno scorso a seguito di un periodo in cui ero continuamente disturbata a livello intestinale (tanto che ogni volta che dovevo andare a mangiare fuori casa prendevo sempre i fermenti) ho deciso di andare a fare il test delle intolleranze alimentari in farmacia. Ho fatto quello dei 96 alimenti (circa 150 euro di test) tramite un prelievo di sangue mandato poi su un laboratorio. Infatti sono risultata leggermente intollerante al latte vaccino e allo yogurt in specifico. La mia è sì un’intolleranza ma ancora ad un grado moderato, quindi mi è stato detto che basta adeguarsi nelle quantità e nella frequenza. Perciò nella vita di tutti i giorni tendo a non assumere latticini (fortunatamente non sono amante dei formaggi anche se il parmigiano potrei tranquillamente mangiarlo e non mi piace neanche bere latte). Quindi diciamo che la pizza e il gelato ogni tanto non me li toglie nessuno 🙂 Comunque credo che anche la psiche aiuti il non-star-bene a livello intestinale, almeno nel mio caso. Più ho paura di mangiare qualcosa più rischio di stare male sul serio! I dottori dicono sempre, “l’intestino è il secondo cervello”!

  6. Qualche anno fa avevo passato un periodo nel quale mi sentivo gonfissima proprio nel basso ventre, era come se avessi un salvagente ancorato alla mia pancia. Gas e fastidi che non vi dico. Poi avevo provato a togliere il latte per 7 giorni consecutivi, perché era l’unica cosa che pensavo mi stesse facendo male e la situazione sembrava migliorare! Poi ho riprovato a bere nuovamente il latte e la situazione è tornata uguale! Ora ho trovato la mia pace dei sensi con il latte senza lattosio, quindi Accadì oppure Zimyl! Ogni tanto se capita di assumere latte con lattosio non mi succede nulla, non ho problemi (anzi, se un paio di volte l’anno capita che mi bevo un bicchierozzo di latte fresco intero me lo godo tantissimo anche perché mi piace da morire), però sto continuando ad assumere a prescindere quello senza lattosio. Però non ho mai avuto problemi con gelato, formaggi e simili… solo col latte!

  7. Io sono nata allergica alle proteine del latte, un giorno, quando ero piccola, mio papà per sbaglio mi ha dato da mangiare del prosciutto contenente lattosio (non vi dico la corsa al pronto soccorso….) per poi accorgersi che non ero più allergica. Mi è rimasta un’intolleranza quindi gonfiore, mal di pancia e diarrea quando mangio il latte (risolto con latte senza lattosio) e alcuni formaggi. Non amo i formaggi, ma comunque mi concedo la pizza con la mozzarella, un po’ di parmigiano e pecorino. E basta

  8. Come avevo già accennato in un altro post ho un’intolleranza grave comprovata da test, ovvero tutti i sintomi dell’allergia tranne asma e shock anafilattico, mi riempio di bolle rosse, mi viene la febbre, una pancia gonfia e dolorante, labbra e lingua pizzicano e si gonfiano, ecc ma la cosa peggiore è che perdo lucidità, se leggo o vedo un film faccio fatica a capire e ricordare cosa ho visto proprio come se avessi ingerito del veleno! Non reggo nemmeno i prodotti senza lattosio (formaggio fresco e stagionato, yogurt, gelato, ecc) e il latte di asina e di capra così come gli integratori per migliorarne la digestione, l’unica cosa che mi è concessa sono 30 grammi di parmigiano stagionato oltre i 30 mesi a settimana. La cosa peggiore sono i farmaci, il lattosio è praticamente ovunque e mi basta quella piccola dose per stare già male e non trarne beneficio. Consigliatissime le mandorle, 5 a colazione tutti i giorni e ho livelli di calcio perfetti.

  9. Ciao Laura! L’intolleranza al lattosio è, nel 90% dei casi, riconducibile in Europa (popolazione caucasica) a una variazione del DNA, un polimorfismo nel gene MCM6, che provoca una carenza di lattasi.

    La produzione di questo enzima, presente in grandi quantità alla nascita e nei primi anni di vita, tende progressivamente a diminuire con il progredire dell’età, causando disturbi legati al consumo di alimenti contenenti lattosio.

    La distribuzione dell’intolleranza al lattosio può essere spiegata intanto dalla persistenza della lattasi, quindi l’abitudine di consumare prodotti lattiero-caseari in alcune zone del mondo, come nel Nord Europa, porta a mantenere una buona produzione di lattasi, infatti la prevalenza di intolleranza in questa zona è bassa.

    Inoltre, le mutazioni avvenute in epoche remote si sono poi diffuse nelle varie aree del mondo, tramite i flussi migratori.

    Infine, ma non è dato certo, può esserci, come hai detto tu, un legame con l’etnia.
    Spero di esserti stata utile, ciao!
    Anna ClioMakeUp

LASCIA UNA RISPOSTA

Please enter your comment!
Please enter your name here