Da bambini, si sa, è piuttosto facile credere alle storie più inverosimili che i genitori, i nonni o anche i fratelli e le sorelle raccontano. Ci riferiamo a quelle “leggende metropolitane” a cui tutti abbiamo ciecamente creduto durante la nostra infanzia!
Alcune erano simili per tutti. Quante di voi si sono sentite dire: “Se mangi i semi del cocomero ti cresce la pianta nella pancia”. Oppure “Mai fare la pipì in piscina perché l’acqua contiene un reagente che la tinge di rosso se entra in contatto con l’urina”.
Queste “fantasiose bugie” sono talmente tante, e soprattutto divertenti, che la bravissima disegnatrice Agata Matteucci ne ha tratto delle simpatiche vignette sul suo blog raccolte poi in un libro.
Nel post di oggi abbiamo quindi pensato di raccontarvi le leggende metropolitane che si raccontano ai bambini e che hanno segnato l’infanzia anche di noi ragazze del TeamClio, tra cani senza coda, gomme da masticare pericolosissime e molto altro ancora! L’argomento vi diverte? Allora via con il post!
CHIARA E LA POVERA CAGNOLINA SENZA CODA
Quando ero piccola trascorrevo molto tempo con i miei nonni specialmente in estate in campagna. Sono cresciuta sempre circondata dalla natura e dagli animali. Avevamo una cagnolina molto vispa che mi girava attorno e che aveva ovviamente capito che, essendo io la più piccola, ero l’elemento debole più facilmente corruttibile per avere del cibo.
Anche Grace adora gli animali!
Lei si metteva con le zampette sulla mia sedia durante il pranzo e io di nascosto provavo a darle un po’ del mio cibo. È qui che arriva la perla di saggezza del mio nonnino: “Se dai il tuo cibo al cane, vedrai che gli cadrà la coda. Poi come farà senza la sua coda?”
Via Giphy
Inutile dire che ero spaventatissima dalla possibilità che la mia cagnolina perdesse la sua coda e non le ho mai più dato del cibo extra. Crescendo ho capito che non era possibile… ma ci ho messo un po’!
CRISTINA E LA FOBIA DEI PESCI
Quando ero piccola, soprattutto nella fascia d’età 5-8 anni, ero terrorizzata dai pesci. Mi facevano ribrezzo in tutto e per tutto, ne odiavo l’odore e il sapore, non riuscivo neanche a guardarli negli acquari! Ovviamente per una sana e corretta alimentazione dovevo mangiarli, ma mi sono sempre rifiutata categoricamente.
UNA BUGIA A FIN DI BENE PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE
L’unica persona che riusciva nell’intento era mia nonna: mi cucinava del pesce e, per farmelo mangiare, lo chiamava “vitella di mare”. In questo modo, nella mia testa, la associavo alla carne della terraferma e non avevo problemi a mandarla giù.
Credits: @blog.paleohacks.com
Faceva in modo che mi concentrassi molto poco su quello che stavo mangiando, mi raccontava storie di luoghi lontani e avventure strabilianti. Piano piano ho superato questo “blocco” e ora, alla “veneranda” età di 28 anni, adoro il pesce e non potrei farne a meno!
Via Giphy