Negli ultimi anni l’inquinamento è diventato un problema sempre più grande, e la necessità di affrontarlo ormai è ben chiara, anche nel settore della bellezza! Sono sempre di più, infatti, i brand beauty attenti all’impatto ambientale dei loro prodotti, e che pongono una particolare premura nella scelta dei loro ingredienti. In questo modo, si contribuisce a sensibilizzare i consumatori ad un uso eco-friendly del make-up e dei prodotti per la skincare, permettendo anche loro di riuscire, nel loro piccolo, ad inquinare di meno e a poter riciclare con facilità i packaging dei propri acquisti.

Il post di oggi sarà dedicato proprio alle linee di trucco e di skincare naturali che sono uscite recentemente o che stanno per farlo: la tematica green, infatti, sembra proprio essere uno dei punti chiave delle tendenze della primavera/estate, unendo l’utile di packaging e filosofie eco friendly, al dilettevole di un aspetto radioso e glowy per merito di componenti naturali e senza sostanze nocive per la pelle. Siete curiose, ragazze, di scoprire di cosa si tratta? Allora non vi resta che continuare a leggere per sapere tutto!

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LINEE TRUCCO NATURALI: DOMANI ARRIVA KIKO GREEN ME!

Apriamo il post con Kiko che domani, 15 marzo, lancerà Green Me, una limited edition che pone l’accento sulle tematiche ambientali e che propone prodotti con un’elevata percentuale di ingredienti derivati da materie prime naturali (dall’88 al 100%!).

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Il packaging avrà dettagli in legno e carta riciclata

Anche il packaging dei prodotti della collezione sarà curato sotto questo punto di vista, in quanto arricchito di dettagli in legno e carta riciclata. Ovviamente, è a sua volta altamente riciclabile!



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Kiko, Green Me Matita Lips & Cheeks Red Boost 04. Prezzo: 8,95€

I prodotti per la skincare avranno come punto di forza ingredienti quali argilla, Ghassoul del Marocco e burri naturali, mentre quelli make-up promettono di avere finish modulabili e naturali, che vanno dal matte al glowy!

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La palette Green Me di Kiko presenta, ad esempio, 9 tonalità di ombretti con tre diversi finish: mat, satinati e metallici! Prezzo: 12,95€

Saranno presenti nella collezione anche accessori per la beauty routine, tutti, ovviamente, in chiave green. Qualche esempio? La spugna detergente ed esfoliante in konjac naturale, i dischetti naturali per la pulizia del viso, e i pennelli per il trucco col manico in legno!

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Kiko, Green Me Blush Brush. Prezzo: 8,85€

TRUCCO NATURALE ED ECOLOGICO CON LA COLLEZIONE PUPA NATURAL SIDE

Tra le linee trucco naturali del momento c’è anche la Pupa Natural Side, che ha a sua volta come protagonisti prodotti con attivi di origine naturali con percentuali che vanno dall’86,9 al 100%, senza parabeni, petrolati PEG, coloranti di sintesi e profumi!

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Per pupa via libera alla naturalezza, sia nel look che sotto l’aspetto ecologico

Lo spirito di questa collezione si sposa bene con i trend della prossima stagione, ossia la naturalezza in tutti i sensi, che va dall’aspetto eco ed etico dei prodotti, fino ad un look leggero ed impercettibile, fresco e delicato.

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Pupa, Natural Side Face Primer. Prezzo: 22€

A questo proposito, un ottimo esempio è la Natural Side BB Cream, una crema idratante colorata con una formula con ingredienti al 98,3% naturali. Disponibile in tre tonalità (001 Nude, 002 Beige, 003 Sand), è arricchita di acqua di hamamelis e amido di riso, ed è studiata appositamente per dare all’incarnato un aspetto riposato e disteso.

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Pupa, Natural Side BB Cream. Prezzo: 20€

Anche in questo caso, i packaging sono eco-friendly: quelli primari sono stati fatti con materiali riciclati e fonti sostenibili, e gli astucci dei prodotti make-up della linea sono realizzati con materie prime provenienti da una gestione forestale responsabile.

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Pupa, Natural Side Bronzing Powder in 001 Light Bronze, 002 Natural Bronze, 003 Intense Bronze. Prezzo: 20,50€

Ragazze, non abbiamo ancora terminato! Nella pagina successiva vedremo altre novità in fatto di prodotti e di linee trucco naturali che pongono una particolare attenzione alla qualità degli ingredienti e all’impatto ambientale! Andate a pagina 2 per scoprire di che si tratta!

42 COMMENTI

  1. Piatto ricco, mi ci ficco! Domani è il mio onomastico (S.Louise de Marillac), e lo festeggerò con quella bellissima palette di Kiko!!! Che bel post!!!

  2. Sono contenta che il green stia prendendo sempre più piede, basti che non sia “finto”… comunque non considererei i prodotti aveda proprio alla portata di tutti visti i prezzi.

  3. Che bella la palette di Kiko! Speriamo che anche la qualità sia buona, potrei andarla a swacchare xD Comunque a parte le limited edition, non potrebbero tutti i marchi cercare di rispettare il più possibile l’ambiente? Costa così tanto avere dei packaging eco-friendly? Io non sono una patita dell’eco-biologico nel make up però vorrei, almeno per i prodotti per la pelle come correttore e fondotinta usare prodotti bio, però devo ancora trovarne uno valido… mi ispira assai il fondotinta in stick di Neve 🙂

  4. Sono molto scettica sinceramente perchè ho paura che siano prodotti vuoti come sempre, che mischiano la parola “bio” con ciò che di bio non ha veramente nulla. Ad esempio, Pupa: avete scritto che non ha petrolati, parabeni, profumi ma i siliconi? Ecco poi che il prodotto è inquinante.
    Non sono una fanatica, assolutamente, però trovo hce le parole siano da dosare bene perchè non si può paragonare Neve Cosmetics che ha un certo tipo di filosofia ed è nel campo davvero dell’ecobio e vegan da tanti anni con brand che di bio hanno solo la parola scritta sull’etichetta..

  5. bello davvero questo post, avevo visto qualcosa sulla nuova collezione di kiko ma non capivo bene il discorso “green”.. ed ecco qui la spiegazione XD
    La palettina (sempre kiko) è bellissima *_* ma.. sbaglio, o tra selezione colori e packaging ricorda molto le obsession?

  6. Il “vero” eco-bio è certificato (Icea, Natrue, Ecocert, eccetera), e su questo non si discute, e pure io lo prediligo, ormai da quasi 10 anni, soprattutto nella skincare (nel trucco – fondotinta a parte: o eco-bio, o niente – sono più elastica).
    Il “naturale” invece non prevede le certificazioni: bastano gli estratti vegetali (cfr. Yves Rocher, tanto per dirne uno). E nessun brand “naturale” si spaccia per “eco-bio”: non lo può fare, la legge non glielo consente. Quindi per questo possiamo stare tranquilli.
    Il consumatore ha ormai tutti gli strumenti per informarsi e per sapere cosa acquista quando apre il borsellino: non ci sono scuse XD. Basta andare a studiare l’Angolo di Lola per imparare a dovere, tanto per dirne una.
    E’ indubbio che i brands del post abbiano fiutato l’affare e che vogliano espandere il mercato; però è anche vero che sarebbe pure interessante esaminare gli INCI di questi trucchi, che magari sono di tutto rispetto.
    Io sono curiosa di esaminare la palettina di Kiko: i colori sono bellissimi, se poi l’INCI è buono, entrerà nel mio beauty-case.

  7. Conosco bene il fatto delle certificazioni, anche io uso prodotti ecobio “seri”. Come skincare ma come trucco sono elastica, anche perché mi mi trucco molto poco purtroppo.
    So anche però, che tante persone sono così pigre, che non vogliono andare a cercare su internet e si fidano di ciò che è la confezione.
    Poi ci sono brand che spacciano le cose come vegetali, estratti puri (Yves Rocher , Bottega Verde ecc) ma poi neutralizzano tutto con siliconi, petrolati, parabeni, edta che è altamente inquietante. Quindi mi viene il nervoso perché spacciano come naturale un prodotto che non lo è per niente e lo fanno solo per espandere il mercato perché poi la gente che non vuole informarsi, è fatica per tanti leggere.., si fida e così il brand guadagna..

  8. Purtroppo di Kiko non mi fido, le sue formulazioni classiche sono davvero pessime per me! Ho paura che questa linea possa essere una mezza ciofeca, soprattutto in fatto di resa… Attendo recensioni! 😀
    Pupa… beh, se devo pagare una bb cream 20 euro, mi oriento su altri brand, di sicuro…
    Purtroppo non mi fido dei brand classici che fanno le linee “naturali” (spesso termine fuorviante) o bio: la maggior parte delle volte non sono esperti in questo tipo di formulazioni, quindi i prodotti che ne escono non sono molto performanti (vedi la linea di Deborah)…

    Molto meglio affidarsi a chi, come Neve Cosmetis (che con questi brand non c’entra assolutamente nulla, secondo me) da anni e anni studia formulazioni bio ed eco-friendly. Non è facile formulare senza petrolati e siliconi, se si è abituati ad usarli in formulazione… Anche perchè obiettivamente sono utili ai fini di avere un prodotto molto cremoso, piacevole, duraturo e con una bella texture.

    Un altro aspetto da non sottovalutare è che “bio” e naturale è anche attenzione all’ambiente… Se per esempio io scelgo sempre prodotti cruelty free ed ecologici (che non fanno male all’ambiente), di sicuro mi oriento su marchi in cui tutta la produzione è eco e cruelty free, non di certo su Pupa o Kiko: quando i brand che per decenni hanno formulato senza nessuno di questi accorgimenti fanno una linea “naturale” o bio (anche certificata), mi sa sempre di “markettata”… 🙁

  9. Beh, ma non è colpa dei Brands se la gente non si informa. E non è illegale spacciarsi per naturale, se ci sono gli estratti naturali. Sono due cose ben diverse. O la legge interverrebbe.

  10. Da persona che usa il bio da tanti anni vorrei sottolineare l’attenzione al pack eco compatibile di Kiko e Pupa in queste collezioni che manca anche a tantissimi marchi ecobio certificati

  11. Ho detto la stessa cosa, stesso pensiero. Penso che questi brand stiamo creando prodotti che di buon non hanno un tubo solo per attirare più poloazione.. sono specchi per le allodole.

  12. Partendo dal presupposto che troppe persone sono pigre ma tuttologhe, questi brand sono comunque scorretti perché non sei un prodotto naturale se poi ci infili dentro le schifezze più schifose e inquinanti.

  13. Aridaje…e comunque il nesso tra “pigre” e “tuttologhe” mi pare un ossimoro.

  14. Anche secondo me alcuni brand…e come dici tu Bottega verde e Yves Rocher primi tra tutti…sfruttano alcuni termini ambivalenti per attirare un certo tipo di clientela attratta dal “naturale” ma non abbastanza informata da fare la differenza tra un buon INCI veramente bio e due o tre ingredienti naturale magari in fondo alla lista. Ho visto proprio l’altro ieri una crema di Yves Rocher che si vantava di essere un prodotto “naturale” con decine di oli vegetali al suo interno : la realtà é che erano tutti agli ultimi posti della lista degli ingredienti e che ben prima c’erano i siliconi. Indubbiamente non é illegale ma legale non é comunque necessariamente sinonimo di eticamente corretto.

  15. Premesso che secondo me Pupa con i prezzi si è bevuta il cervello… mi ispirano tantissimo i prodotti Aveda e Farmacy. Spero in qualche recensione mirata su questi due marchi. 🙂

  16. Ciao a tutte e ciao team, non vedo l’ora di leggere le recensioni sui prodotti presentati oggi…mi piace l’idea del packaging green che non tutti marchi certificati eco bio hanno per cui bene kiko sicuramente!!! i colori sono attraenti. Grazie e a presto.

  17. Riguardo al packaging basta che sia riciclabile, no? (domanda non retorica :D)
    Ad esempio un fondo Chanel ha la confezione di catone, la boccetta in vetro e il dosatore in plastica… Non sono tutti materiali che, separati, posso riciclare senza sprechi? A me sembra già un imballaggio ecocompatibile… “Ecocompatibile”, secondo Treccani, significa “Che può accordarsi con le esigenze ecologiche, in quanto poco inquinante”.

    Cioè boh, non capisco la fissa dell’ecocompatibile in questo caso… Non vorrebbe dire che anche i processi produttivi dell’imballaggio (e secondo me dovrebbe essere anche del prodotto, anche perchè comunque l’imballaggio lo producono sempre terze parti) segue determinati standard e rispetta l’ambiente?
    Mi suona “strano” perchè in Italia le aziende che producono flaconi e imballaggi per prodotti cosmetici (che hanno standard di lavoro assurdi, come il lavorare in fabbriche completamente asettiche ecc… Ovvero -> non è per niente facile lavorare in questo campo, sono necessari spazi adeguati e i controlli sono ovviamente rigidissimi, non può esserci in giro neanche un granello di polvere) sono davvero poche… Lo so perchè ho a che fare, per lavoro, con una di queste “rare” aziende, alle quali si affidano buona parte dei brand italiani cosmetici e farmaceutici che conosco (dal discount ai brand super lusso)… Quindi mi sembra strano che un brand abbia imballi “ecocompatibili” e l’altro no…

    Discorso contorto ma spero si capisca il mio dubbio 😀

  18. capisco il tuo dubbio 🙂 Lavorando nel bio ( e non solo usandolo da sempre) trovo piuttosto fastidioso questo atteggiamento di superiorità da “siamo migliori stiamo salvando il mondo perchè nella crema non ci sono petrolati” quando poi quella crema la metti in un tubo di plastica avvolto in una scatola di carta patinata non riciclata nè proveniente da foreste controllate a sua volta avvolta in un’altra pellicola inutile di materiale misto (quindi ancora più difficile da riciclare)…direi che ci vorrebbe un po’ più di coerenza no? 😉 Kiko qui per es. usa per il pack carta ricavata da residui organici (bucce di frutta, fondi di caffè, ecc) prodotta in aziende a basso impatto ambientale e il legno viene da foreste controllate e sostenibili con certificato internazionale FSC, stessa cosa il pack in carta di Pupa che ha il certificato FSC di provenienza da foreste gestite in modo responsabile mentre la plastica deriva da materiale riciclato prodotto in modo da ridurre l’impatto ambientale…anche l’origine del materiale che andremo a riciclare e il modo in cui viene prodotto e le sostanze con cui viene a contatto e lavorato può fare una grande differenza 🙂 Anch’io lavoro in un’azienda “rara”, eccellenza dell’economia green europea, se si vuole è possibile cambiare

  19. infatti è ambiguo, l’ho sottolineato anche in qualche post qui (per es i prodotti loreal). Non sempre è pigrizia, prendi mia mamma, che vorrebbe essere più attenta ma non accede ad internet(non sa nemmeno bene cos’è) e quindi deve in qualche modo affidarsi! .. non categorizziamo sempre le persone e dire sta scritto dietro nell’inci che i siliconi ce li ho messi se poi si spamma natural ovunque non è certo una giustificazione per aziende serie!

  20. Capisco poco queste carrellate di prodotti che a quanto ho capito non sono usciti ancora (non tutti) e di cui non fate recensioni, ma se vi va di provarne qualcuno noi l’opinione di clio (se è lei o voi comuqnue del team) l’attendiamo semrpe volentieri! 🙂
    Riguardo al naturale che non è bio (certificato) la differenza c’è e quindi è giusto che la parola naturale possa essere inserita, il fatto che le aziende ci marcino è un’altra “triste” storia.
    Purtroppo (ripeto quel che ho scritto in qualche commento) non tutti sono informati e non sempre per pigrizia, ma per conoscenze di base, perchè magari una persona più adulta non accede ad internet ed alla marea di informazioni che contiene (tipo mia mamma), poi vai a capire quelle giuste etc.,,
    Qui ci sono insieme marche certificate eco-bio, prodotti di aziende che han provato a fare qualcosa di decente e qualche prodotto che pure di naturale non ha nulla: la confusione scatta eccome.. ahinoi chi può si informi, che ci sono tante belle realtà in Italia che lavorano bene e non sempre i prezzi sono stellari (anche qui, una bb cream pupa 22€ beh…)

  21. L’Angolo di Lola è da emicrania. Io ho rinunciato soprattutto dovo aver letto articoli su nonsensecosmethic ed altri nel web.
    Il concetto e di bio e la normativa varia in Europa da paese a paese, difficile orientarsi.
    Cerco di essere attenta ma non ossessionata.

  22. Non è un illecito; non sono Brands ecobio, per cui possono definirsi naturali se hanno degli estratti. Se il consumatore li acquista, scelta sua, e comunque oltre ad internet ci sono sempre i cari, vecchi libri. Chi vuole informarsi lo fa; chi non lo fa…cavoli suoi. Ma da qui ad accusare i marchi è assurdo e pretestuoso.

  23. mmm.. ambiguo non è illegale, definire la faccenda non particolarmente limpida non è accusare! Forse le parole non sono chiare, ma mi sembrava limpido il mio discorso.. non c’è trasparenza, che poi non si possa pretendere per legge è un conto!

  24. Wow! Grazie per il chiarimento! Non stavo proprio pensando all’FSC (nonostante io sia una designer grafica e abbia costantemente a che fare con la carta e queste certificazioni sui nostri stampati :D)…

  25. Solitamente vanno a braccetto, fidati. Sono quelle persone che non vogliono imparare e studiare niente ma sanno tutto. Praticamente parlano di aria fritta e il problema è che la gente li segue. Con l’avvento dei social, di questi pseudo tuttologi, ce ne sono troppi.

  26. e io che penso di scriverep ost già lunghi, quindi cerco di non annoiare.. ahahaha.. certo che io e mmia madre parliamo! 😉 ahahhahahahahahahahahahahahah

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