Con il termine svezzamento si intende l’introduzione di cibi solidi nell’alimentazione del neonato, fermo restando che fino ai 6 mesi di vita dovrebbe proseguire l’allattamento esclusivo al seno come consigliato dalle linee guida dell’OMS.
Un’adeguata introduzione dei cibi complementari è, però, fondamentale per impostare corrette abitudini alimentari che si manterranno nelle fasi successive. I dubbi sullo svezzamento possono essere molti così come le domande a cui si cerca di dare una risposta, per questo è sempre utile affidarsi a dei professionisti: per esempio spesso ci si chiede quali sono le prime ricette svezzamento da seguire e quale lo schema svezzamento classico? In questo post abbiamo raccolto per voi alcune informazioni, come cosa è importante sapere sullo svezzamento e tanti utili consigli pratici. Non solo, vedremo a cosa prestare attenzione quando si cucineranno le prime pappe svezzamento e scopriremo qualche tip per affrontare al meglio questo momento importante per il bebè.
Mamme e papà, siete interessati al tema dello svezzamento? Allora non potete perdervi questo post, iniziamo subito!
Credits: Foto di Pexels | Helena Lopes
CHE COS’E’ LO SVEZZAMENTO: COSA SI INTENDE CON QUESTO TERMINE
La prima domanda a cui rispondere è che cos’è lo svezzamento? Con svezzamento o divezzamento si intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente a base di latte a una dieta varia contenente anche altri alimenti, i cosiddetti complementary foods. Con questo termine si indicano tutti gli alimenti liquidi, semisolidi e solidi diversi dal latte materno e dai suoi sostituiti.
Credits: Foto di Pexels | Icaro Mendes
Ma perché bisogna svezzare i neonati? Lo svezzamento risponde alle aumentate richieste di macro e micronutrienti necessari per la corretta crescita del bambino che il latte materno da solo non è più in grado di assicurare. Oltre a garantire la copertura dell’apporto energetico, l’introduzione degli alimenti complementari permette un’adeguata assunzione di proteine, ferro, zinco e di alcune vitamine.
Credits: Foto di Pexels | Hồng Xuân Viên
Lo svezzamento è un momento delicato in cui si ha il passaggio da un’alimentazione dipendente a una indipendente e dove avviene l’esposizione a nuovi alimenti e sapori. Questi fattori rendono lo svezzamento importante per quanto riguarda l’esperienza sensoriale del bambino.
QUANDO INIZIARE LO SVEZZAMENTO: A CHE MESE INTRODURRE LE PAPPE
La seconda domanda più gettonata tra i genitori è quando iniziare lo svezzamento.
IL TIMING DELLO SVEZZAMENTO va personalizzato
Non esiste un momento preciso per cominciare lo svezzamento perché questo dovrebbe essere individualizzato. Per questo motivo vi consigliamo come sempre di evitare il fai da te e di rivolgervi al pediatra di riferimento che saprà suggerirvi il timing migliore.
Credits: Foto di Pexels | Miguel A’ Padriñán
In generale, viene consigliato di non introdurre cibi diversi dal latte materno prima dei 4 mesi di vita: molti bambini iniziano lo svezzamento a 6 mesi, ma -come dicevamo- tutto dipende dal bambino e dalle sue esigenze, valutate dal pediatra. Si può anche iniziare lo svezzamento a 5 mesi. Ma cosa ne pensano le principali società scientifiche?
Credits: Foto di Pexels | анастасия войтко
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) promuove l’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi di vita per raggiungere crescita e sviluppo ottimale e, successivamente, raccomanda di introdurre alimenti diversi dal latte per soddisfare i fabbisogni nutrizionali.
L’American Academy of Pediatrics consiglia di introdurre i cibi complementari non prima dei 4 mesi compiuti, e in accordo, con l’OMS suggerisce di proseguire l’allattamento al seno esclusivo fino ai 6 mesi.
Credits: Foto di Pexels | Kristina Paukshtite
L’European Food Safety Authority ritiene che il latte materno sia adeguato a soddisfare le richieste nutrizionali della maggior parte dei lattanti fino ai sei mesi, mentre una percentuale inferiore richiederebbe una più precoce introduzione dei cibi complementari. Quindi, laddove non sia possibile attendere i 6 mesi, l’EFSA raccomanda di iniziare lo svezzamento non prima della 17esima settimana e non oltre la 26esima.
Credits: Foto di Pexels | Mart Production
Secondo le indicazioni dell’European Soiety for Pediatrc Gatroenterology, Hepatology and Nutrition l’introduzione dei cibi complementari non dovrebbe avvenire prima del quarto mese e comunque non oltre il sesto mese. Inoltre, raccomandano la prosecuzione dell’allattamento al seno durante la fase dello svezzamento.
Credits: Foto di Pexels | William Fortunato
Riassumendo, in linea generale si raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi di vita e si suggerisce di iniziare lo svezzamento mentre si sta ancora allattando. Per quanto riguarda il timing si ritiene consigliabile non introdurre i cibi complementari prima dei 4 mesi e non ritardarli dopo i 6 mesi.
Credits: Foto di Pexels | Shanice Mckenzie
Come dicevamo precedentemente, è comunque importante che l’inizio dello svezzamento sia personalizzato tenendo conto di diversi aspetti come il contesto familiare, il rapporto mamma-bambino, le specifiche esigenze e la valutazione della crescita e delle competenze neuro-funzionali del lattante.
IN CHE ORDINE INTRODURRE GLI ALIMENTI E COME PROPORRE IL CIBO AL BAMBINO
La terza domanda è, ovviamente, come svezzare? Le ultime evidenze scientifiche non sostengono la tesi secondo cui gli alimenti debbano essere introdotti in base al loro livello di allergenicità. Questo significa che tutti gli alimenti, anche quelli allergizzanti come l’uovo o il pomodoro, possono essere introdotti anche se, ovviamente, sono da rispettare alcuni accorgimenti.
Credits: Foto di Pexels | Lisa
In primis, è importante introdurre un solo alimento nuovo al giorno, avendo cura di cuocerlo completamente e di iniziare con minime quantità. Questo permetterà di valutare eventuali reazioni allergiche durante lo svezzamento. PS: se volete conoscere meglio il mondo delle allergie alimentari e delle intolleranze, leggete il post di approfondimento che vi lasciamo qui.
Credits: Foto di Unsplash | Phong Duong
La modalità di svezzamento dovrà essere scelta insieme al pediatra tenendo conto delle preferenze della famiglia, del contesto socio-culturale e tradizionale col fine di aiutare il bambino a sviluppare il proprio gusto e le scelte alimentari nell’ottica di una sana alimentazione. C’è chi propenderà per lo schema svezzamento classico e chi per l’autosvezzamento: rivolgetevi sempre a un professionista.
Credits: Foto di Pexels | Pnw Production
Per quanto riguarda la pratica, cari mamme e papà, come affrontare il momento del pasto durante lo svezzamento? I cibi devono essere offerti con il cucchiaino, senza forzare il bambino e permettendogli di toccare il cibo nel piatto e di mangiarlo con le mani.
È consigliabile che il bambino mangi seduto con la schiena eretta, preferibilmente nel seggiolone e al tavolo insieme alla famiglia. Questo è importante per scongiurare il rischio di soffocamento e inoltre consentire al bambino di partecipare attivamente al pasto toccando il cibo.
Credits: Foto di Pexels | Amsw Photography Alisha Smith Watkins
Entro 9-12 mesi il bambino dovrebbe aver sperimentato un’ampia varietà di cibi e sapori abituandosi progressivamente a mangiare, oltre al latte, altri due pasti principali e uno o due spuntini.
Le porzioni degli alimenti per preparare le pappe svezzamento devono essere adeguate per l’età del bambino in accordo con le indicazioni del pediatra. Le ricette delle pappe potranno essere preparate utilizzando una base di cereali, ortaggi e fonti proteiche in modo da alternare la carne, pesce e legumi.