DONARE I CAPELLI: LUNGHEZZA MINIMA E REQUISITI
Il gesto che ha fatto Niamh è bellissimo e può essere replicato potenzialmente da chiunque, anche se, per poterlo fare, c’è bisogno che la propria chioma abbia alcuni requisiti specifici. Ve ne vogliamo parlare a grandi linee in questo post, per aiutarvi a fare chiarezza e a comprendere al meglio come muovervi qualora desideraste donare i vostri capelli!
Questa signora e la sua bimba hanno deciso di donare insieme i capelli per festeggiare il giorno della mamma! Credits: dailyrecord.co.uk
per donare i capelli, devono essere lunghi almeno 25 cm
Diciamo “a grandi linee”, perché ovviamente i requisiti possono variare a seconda dell’associazione a cui ci si rivolge, ma tendenzialmente i principali sono comunque simili tra loro. Innanzitutto, è necessario che la lunghezza dei capelli che si vogliono donare non sia inferiore ai 25 cm. Ciò vale anche per chi ha i capelli scalati, dunque anche le ciocche più corte devono raggiungere questa lunghezza.
VIA LIBERA AI CAPELLI DI TUTTI I COLORI, NATURALI E NON!
I capelli, inoltre, sono perfetti da donare se sono naturali e non sono mai stati tinti (e sì, anche se sono grigi o bianchi) ma alcune associazioni accettano senza problemi anche i capelli colorati, a patto però che abbiano una colorazione uniforme, e non presentino trattamenti come mèches, shatush o balayage.
Uniformi, naturali e lunghissimi: ecco i candidati ideali!
Se la vostra chioma è conforme a queste caratteristiche, allora è pronta per essere donata! Prima di tutto, è necessario lavare ed asciugare accuratamente i capelli e, successivamente, legarli in una treccia ben stretta, fermandone l’ estremità con un elastico.
Per il taglio, potete andare a farlo direttamente dal parrucchiere specificando le vostre intenzioni oppure, se volete farlo da sole, fate attenzione a mantenere lo stesso verso per i capelli mentre li tagliate. Farlo è semplice, infatti basterà considerare come “testa” l’ultimo taglio che avete fatto e, come “coda”, le punte dei capelli.
Credits: cinisionline.it
DONARE I CAPELLI IN ITALIA E L’ESPERIENZA DI…UNA DI VOI!
Una volta fatto tutto questo, vi basterà mettere i vostri capelli in una busta ed inviarli seguendo le modalità di spedizione dell’associazione di riferimento a cui avrete deciso di rivolgervi. In Italia ce ne sono di diverse e, tra le più note, vanno menzionate Un angelo per capello o Banca dei Capelli, ma anche associazioni estere che operano in tutto il mondo come l’inglese Wigs for Kids o l’olandese Haarstitching.
Se volete saperne di più, inoltre, qui trovate il racconto dell’esperienza di una ragazza della community sul forum del blog che ha deciso di donare la sua chioma, e che ha spiegato in modo dettagliato e preciso tutte le procedure che ha seguito!
L’IMPORTANZA ENORME DI UN GESTO APPARENTEMENTE “PICCOLO”
Donare i capelli è un atto di altruismo che può fare una grande differenza, poiché mirato ad aiutare tutte quelle persone che hanno sperimentato una perdita di capelli indesiderata a causa di problemi di salute.
Una maggiore autostima può aiutare molto ad affrontare certe malattie
L’autostima e la forza che può dare una maggiore sicurezza nei confronti del proprio aspetto può fare molto per quanto riguarda l’atteggiamento con cui si affrontano certe malattie, e un ottimo esempio ce lo ha dato anche Clio con la sua esperienza di volontariato all’ospedale San Raffaele!
Clio e le partecipanti al corso di trucco per il progetto “Salute allo specchio”
UN SOSTEGNO DI ENORME VALORE
Sebbene le parrucche create con questi capelli portino dei benefici estetici temporanei e non permanenti a chi le utilizza, possono essere infatti un valido sostegno nella vita di tutti i giorni di chi ne ha bisogno, e il contributo dei donatori come la piccola Niamh è, dunque, di enorme valore.
Tutti possono donare i capelli, uomini o donne che siano! Credits: donespoircancer.ca
Ragazze, volete scoprire altre storie di donne che hanno fatto del loro aspetto unico un grande punto di forza? Allora non perdetevi:
1) TAYLOR MUHL, LA MODELLA CON DUE COLORI DI PELLE
2) #VITILIGO, IL PROGETTO FOTOGRAFICO CHE IMMORTALA LE PELLI UNICHE
3) PAOLA ANTONINI, LA MODELLA DISABILE CHE CI OFFRE UN ESEMPIO DI CORAGGIO
4) DAL MONOCIGLIO AI DENTI SEPARATI: I “DIFETTI” CHE SONO LA FORTUNA DI ALCUNE MODELLE!
Siamo certe che i capelli di Niamh, quando ricresceranno, saranno più belli di prima!
Ragazze, voi eravate a conoscenza della storia di Niamh? Anche voi, come la sua mamma, credete che la reazione della sua scuola sia stata esagerata? E avete mai pensato di donare i capelli, oppure lo avete fatto? Diteci tutto se vi va nei commenti: un bacione dal TeamClio!
Una scuola che risponde dicendo che una ragazza coi capelli rasati é impressionante per gli altri studenti e per il personale adducendolo come scusa alla sospensione della ragazza e all’obbligo di mettersi un foulard mi domando che cosa possa insegnare. Spero si siano fatti pessima pubblicità e che gli altri studenti si siano fatti sentire. Viviamo in un bruttissimo mondo, la vanità é più importante dell’altruismo è della generosità.
Grandiosa la ragazza che ha fatto un piccolo ma GRANDE gesto.
La scuola invece… Se lei faceva “impressione” per i capelli (volutamente) rasati.
E chi li ha persi per colpa del cancro…?
Fanno impressione e devono correre a coprirsi anche loro? Alla faccia delle pubblicità per capelli accusate di essere insensibili.
Se poi l’hanno fatto perché probabilmente avevano paura di non essere in grado di contenere di atti di bullismo nei confronti della ragazza, beh siamo alla frutta…
La ragazzina….❤
Alla preside della scuola in questione e al comitato che avrà deciso la sospensione…li porterei a fare servizio civile negli ospedali pediatrici, in oncologia, li farei stare lì..non due o tre ore, ma 24h…per rendersi conto dell’umore di un bambino malato, delle sue piccole gioie e dei grandi dolori…
È vergognoso, è vergognoso perchè qualunque siano le regole di un Dress Code, un gesto come quello della ragazza avrebbe potuto essere un esempio, un esempio di amore e di accettazione, di solidarietà e sostegno. La spiegazione che hanno dato poi…è ancora più vergognosa, “impressionante”…io poi divento cattiva, eccedo e quindi qui mi fermo.
Impressionante è lo schifo che mi fanno la preside e il comitato scolastico, non Niamh.
E se Niamh fosse malata e fosse stata costretta a portare i capelli così?l’avrebbero ghettizzata comunque facendole vivere ancora peggio un momento così delicato?
Ci si lamenta sempre che non c’è abbastanza altruismo al mondo e quando una ragazza fa un gesto così coraggioso viene punita..non ho parole!!
Avete fatto bene a parlarne e a lasciare tutti i contatti per aderire a questi progetti anche in Italia 🙂
Anche io ho donato i miei capelli a Little Princess Trust giusto due settimane fa, e mi hanno anche mandato una email di risposta ringraziandomi e mandandomi un “certificato di donatore” :), ho preferito loro ad associazioni italiane perchè loro cuciono le parrucche proprio con i capelli donati (ho letto che per ogni parrucca servono circa 6 donazioni) , mentre quelle italiane per ogni donazione regalano una parrucca sintetica al malato vendendo invece i capelli veri, e questo mi è sembrato quasi disonesto.
Per quanto riguarda Niamh e la scuola, non saprei, si tratta di un istituto privato? In quel caso se le regole della scuola impongono un taglio minimo di capelli e la ragazza non lo ha rispettato (nonostante la NOBILISSIMA causa) lei stessa poteva prevedere l’esito, d’altronde se si trattava di avere una lunghezza minima di 1cm di capelli non sarebbe stata molta la differenza nel taglio. Trovo invece ingiustificata e indegna la ritrattazione della preside nella seconda affermazione: chi se ne frega se siete rimasti IMPRESSIONATI, fatevene una ragione, sono solo capelli e la ragazza ha compiuto un gesto estremamente altruista! Se la vera motivazione della punizione dovesse essere questa ritiro quanto detto sopra e dovrebbero solo vergognarsi tutti, preside e personale scolastico.
La dirigente scolastica dovrebbe solo vergognarsi: invece di encomiare questa adorabile ragazzina, di portarla ad esempio, la punisce. Peccato che i bulli non vengano mai puniti. l’Inghilterra mi lascia perplessa una volta di più.
A volte la semplicità di un gesto generoso sbatte contro la stupidità del mondo. Spero che questo mondo non cambi Niamh.
Secondo la scuola, quindi, chi fa chemioterapia, deve nascondersi? Pochezza e poraccitudine… Brava Niamh
Mi sarebbe piaciuto molto anche a me fare un gesto così altruistico quando ho avuto i miei “colpi di matto” sul taglio di capelli.
La ragazza è stata brava, soprattutto a quell’età dove l’aspetto e il giudizio altrui conta molto
È vero quello che dici, ma allora una ragazza o un ragazzo che fanno la chemio per esempio dovrebbero essere sospesi? Credo che il regolamento sia importante, ma bisognerebbe sempre fare le cose cum grano sali.
No, certo, spero proprio (anche se il regolamento non lo dovesse esplicitare) che in casi di malattia il buonsenso prevalga e agli studenti non venga impartita alcuna punizione. Credo che la differenza risieda proprio nella volontarietà del gesto di Niamh contro “l’imposizione” della perdita di capelli in ragazzi malati.
Ciò che fa ancora più inorridire è che queste persone che sono/si ritengono educatrici pensano veramente che nascondere la verità e la realtà siano un bene per i ragazzi, che evitare il prendere coscienza che il mondo e la vita non sono perfetti (i capelli si possono perdere a causa di malattie) sia non solo educativo ma utile per non “impressionarli”.
In verità la preside ed il comitato scolastico hanno perso una grossissima occasione per aiutare i ragazzi a parlare e capire la malattia (e le sue conseguenze) e far così maturare e crescere i ragazzi.
Che peccato sprecare l’opportunità di parlare di un argomento che fa parte della vita e che non si deve mai nascondere: anche con i bambini non è consigliato nascondere malattia e morte, anzi si consiglia di accompagnarli (secondo la loro età) ed aiutarli nell’affrontare questi argomenti.
E’ un mondo sbagliato il nostro dove non c’è posto per ciò che non è perfetto, dove è meglio nascondere “il deforme” (inteso come malato) e negare l’esistenza della morte.
Non aiuta ad affrontare quello che è il corso naturale della vita.
Sono assolutamente d’accordo con te. Non ha senso cancellare la realtà perché alla prima difficoltà non daranno in grado di far fronte al peso psicologico che le situazioni reali richiedono.
Che tristezza certe persone, davvero, non riesco a capire cosa pensano!