COS’È L’ANSIA DA LIMBO LEGATA AL COVID-19 E COME CONTRASTARE QUESTO DISAGIO PSICOLOGICO?
- Dopo la sindrome della capanna, ossia il timore riscontrato da molti dopo il primo lockdown all’idea di tornare alla vita “normale”, sono tante le persone che in questo particolare momento si ritrovano ad affrontare invece quella che gli esperti chiamano ansia da limbo.
- Gli psicologici ne parlano come di uno stato di sospensione, legato alla convivenza con la pandemia da Covid-19, una condizione diffusa e generalizzata di profonda incertezza e insicurezza.
- I sintomi più diffusi sono sensazione di spaesamento, mancanza di concentrazione e disturbi del sonno come l’insonnia.
- A soffrirne sono soprattutto gli adulti ma questo disagio, inevitabilmente, si ripercuote anche sui bambini. I genitori, in balia degli eventi, hanno sempre più difficoltà a proteggere i loro figli da quanto sta succedendo.
- Non isolarsi e scaricare le tensioni accumulate durante il giorno sono comportamenti da attuare contro l’ansia da limbo. Tuttavia, in alcuni casi è importantissimo chiedere aiuto a uno psicologo.
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Nelle ultime settimane, si sente parlare sempre più spesso di ansia da limbo, una forma di disagio psicologico strettamente in relazione con la seconda ondata di Covid-19 e con il conseguente incubo di una nuova limitazione della libertà personale, purtroppo sempre più imminente e verosimile.
In collaborazione con la Dott.ssa Grazia Sciarillo, Psicologa-psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico, abbiamo pensato di fare chiarezza su cos’è l’ansia da limbo e quali sono i sintomi, cercando anche di capire come fare ad affrontare questo disagio “da sospensione” e quando è importante rivolgersi a uno specialista. Iniziamo subito!
COS’È L’ANSIA DA LIMBO E QUALI SONO I SINTOMI
Quando si parla di ansia da limbo si fa riferimento a uno stato di disorientamento, insicurezza e sospensione. Questo disagio è legato alla situazione che stiamo vivendo ormai dallo scorso inverno e ha iniziato a prendere piede con il primo lockdown.
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La psicologa Grazia Sciarillo ne parla in questi termini: “C’è stato un prima e un dopo. L’ansia dell’attesa, i dubbi, le perplessità hanno preso il posto delle nostre certezze e abitudini prima del Covid-19. Attualmente, la sensazione che predomina è uno stato di ‘sospensione’ che ci accomuna tutti. La pandemia ha modificato le nostre priorità e ci ha confrontati, in modo molto brusco, con la perdita di controllo delle nostre giornate. Sta minacciando i nostri progetti a breve e a lungo termine, le cui motivazioni iniziano a vacillare“.
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L’ATTESA DI UN VACCINO CHE CI RENDA DI NUOVO LIBERI, DELLA RIDUZIONE DELL’ONDATA DEI CONTAGI
Perché gli esperti la chiamano ansia da limbo? Per spiegarci meglio di che si tratta, la psicologa fa un raffronto con il Limbo dell’Inferno dantesco. Nella Divina Commedia, vi risiedono le anime che non subiscono alcun tipo di pena, almeno apparentemente. La loro pena è stare sospese: “Le anime del Limbo vivono nell’inappagabile desiderio di veder Dio, emettendo in continuazione dei profondi sospiri che fanno tremare l’aria tenebrosa del Cerchio. Il sospiro è il tentativo di sbarazzarsi del peso dell’ansia per l’attesa che in questi mesi ha preso la forma di: attesa di un vaccino che ci renda di nuovo liberi, l’attesa della riduzione dell’ondata dei contagi, l’attesa della fine del periodo in quarantena, l’attesa dei risultati di un tampone e della guarigione di chi ha contratto il virus“.
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L’ansia da limbo si manifesta con una sintomatologia ben precisa, che è stata individuata dal Presidente della Società italiana di psichiatria, Prof. Massimo di Giannantonio. I sintomi più ricorrenti sono spaesamento, difficoltà a concentrarsi e disturbi del sonno. Le nostre risorse psichiche, per far fronte a questo stato di emergenza, si stanno esaurendo cercando di adattarsi al cambiamento.
CHI SOFFRE DI QUESTO DISAGIO PSICOLOGICO
A soffrire di ansia da limbo sono prevalentemente gli adulti, mentre questo disagio (almeno all’apparenza e per il momento) non riguarda direttamente i bambini. Ovviamente, però, lo stato psicologico dei genitori influenza quello dei loro figli.
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Perché i più piccoli non ne sono colpiti? La psicologa Grazia Sciarillo parla di “plasticità neuronale” dei bambini, ossia la loro capacità di adattarsi a qualsiasi cambiamento. In sostanza: “Il tempo dei bambini è un tempo presente, caratterizzato da una continua scoperta creativa. Compito dei genitori è di rendere tale accomodamento funzionale ai bisogni evolutivi dei figli”.
COME AIUTARE I BAMBINI IN QUESTO FRANGENTE DELICATO
Come fare, quindi, a supportare i bambini e far sì che non vengano intaccati da questa forma di disagio? Per la psicologa, come nel film di Roberto Benigni La vita è bella, devono essere i genitori a trasformare una situazione traumatica in un gioco, o comunque in qualcosa che ci si avvicini molto: “La realtà circostante arriva al bambino filtrata e tradotta con gli occhi e i comportamenti dei genitori. In questo momento è difficile effettivamente spiegare ai bambini le misure di sicurezza che sono in continuo mutamento: posso andare in piscina? Posso andare a calcetto? Non è semplice far fronte a vissuti di frustrazione e incertezza”.
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L’equilibrio dei più piccoli è strettamente connesso a quello degli adulti: “Quanto più i genitori sono in balia degli eventi in questo momento, si sentono smarriti ed in preda all’ansia da limbo, tanto più sarà difficile proteggere i figli dal disagio che ne consegue“.
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Resta importante trascorrere quanto più tempo possibile insieme a loro. Basta dedicarsi ad attività come fare ginnastica a casa con i bambini o preparare con loro dolci ed organizzare giochi nuovi che possano stimolarli e tenerli impegnati quando non hanno da fare i compiti.
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Saranno ricerche più approfondite, nel tempo, a fornire agli esperti notizie precise circa le ripercussioni sui bambini della pandemia da Covid-19.