Si sente sempre più spesso parlare di gaslighting, un subdolo processo di manipolazione relazionale in cui uno dei due partner compie degli atti con l’obiettivo di far dubitare l’altro di sé stesso e della sua stessa sanità mentale.

Una vera e propria manipolazione della realtà, la massima espressione di manipolazione, violenta e sottile, che consuma lentamente la vittima, spesso ignara di essere effettivamente vittima di gaslighting.

In questo post il Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta. Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci spiegherà nel dettaglio che cos’è e che cosa si intende per gaslighting, da dove nasce la definizione, le caratteristiche del gaslighter e della vittima e tanti utili consigli per affrontarlo. Siete pronte? Lasciamo la parola al Dottor Femia.

Cliomakeup-gaslightingCredits: Foto di Pexels | Rdnes Stock Project

CHE COS’È IL GASLIGHTING, UNA MANIPOLAZIONE RELAZIONALE CHE ANNULLA L’ALTRO

“Ma pensi di stare bene? Dici cose bizzarre, non ti ricordi le cose, mi sento in ansia per te!”

Per gaslighting si intende una forma di manipolazione relazionale in cui uno dei due partner compie atti volontari volti a far dubitare l’altro della propria sanità mentale, tenendolo in pugno grazie a una debolezza emotiva e psicologica indotta ad arte.

Questo fenomeno sembra determinarsi da una stramba associazione relazionale, un malefico incastro fra sadiche fantasie di controllo e un disperato bisogno di accudimento che non riconosce il rischio di annullarsi e di perdere il timone della propria volontà.

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Credits: Foto di Pexels | Rdnes Stock Project


DA DOVE NASCE LA DEFINIZIONE DI GASLIGHTING

Eletta “Parola dell’anno” nel 2022, l’idea del gaslighting si sta definendo sempre meglio nella pratica e nella teoria psicoterapeutica, ma da dove nasce la definizione?

Paula è una giovane cantante lirica che, per superare il dolore per la morte violenta della ricca e famosa zia artista, si trasferisce in Italia per studiare. Innamoratasi del suo insegnante, lo sposa e torna a Londra, su suggerimento del marito proprio in casa della zia. L’uomo in realtà è il ladro che ha ucciso l’anziana cantante, e il cui vero scopo è quello di recuperare i gioielli che non era riuscito a rubare, nascosti nella grande dimora. Il malvagio consorte, quindi, inizia a mettere in atto una serie di stratagemmi per far apparire pazza la moglie, farla internare in manicomio e proseguire indisturbato la sua criminosa ricerca.
Una spilla preziosa persa, dei quadri in casa che scompaiono e riappaiono, l’orologio del marito ritrovato nella borsa della moglie che giura di non sapere come ci sia finito… Paula è confusa, inizia a dubitare della propria lucidità, fa cose che non ricorda e vede cose che non esistono. In realtà è il marito che continua a provocare incidenti che naturalmente poi nega che siano accaduti, camminando tutte le notti in soffitta e abbassando le luci a gas per gettare nel terrore e nella confusione la moglie, che perde i riferimenti per capire cosa sia vero e cosa falso. Servirà un volenteroso e intelligente agente della polizia per far capire a Paula cosa sta succedendo, smascherare il malvagio manipolatore che spegne e accende luci, e restituire equilibrio alla donna e giustizia alla società.

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Un’immagine della scena della pellicola “Gaslight” del 1944

Questa è la trama di “Gaslight” (in italiano “Angoscia”), un film del 1944 di George Cukor con Ingrid Bergman nel ruolo di Paula, la vittima che si convince di star impazzendo, soprattutto a causa del continuo misterioso oscillare di quelle luci a gas (gaslight) che in realtà era il marito che stava manomettendo. Da qui il nome “gaslighting” alla maligna pratica di manipolare la realtà per convincere qualcuno a dubitare di sé, purtroppo non relegata solo alla fantasia e alle pellicole in bianco e nero.

IL GASLIGHTING È LA MASSIMA ESPRESSIONE DI MANIPOLAZIONE, UNA MANIPOLAZIONE PARTICOLARMENTE VIOLENTA E SOTTILE

Il gaslighting è, nella realtà, la massima espressione della manipolazione in cui il partner predatore riesce a penetrare la mente di una personalità vulnerabile fino a farla dubitare delle proprie capacità e della propria memoria, conducendola a sentirsi pazza, incapace di ragionare e controllare sé stessa. Per la ‘preda’, il soggiogarsi all’altro diventa l’unica strategia per stare al mondo: la propria identità appartiene all’altro che da buono, amorevole, apprensivo si trasforma in carnefice e carceriere, o meglio in colui che detiene l’identità personale dell’altro e ne dispone a piacimento.

Il gaslighting è una forma di manipolazione particolarmente violenta e sottile, che consuma lentamente la vittima fino a condurla a un totale svilimento e a una quasi de-umanizzazione: apparentemente gentile, il carnefice invece con crudeltà e ferocia diventa il padrone dell’anima altrui”.

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Credits: Foto di Pexels | Timur Weber

Non è finita qui. Nella prossima pagina il Dottor Femia proseguirà a parlarci del gaslighting, svelandoci le caratteristiche del gaslighter, della vittima e utilissimi consigli professionali. Continuate a leggere.