LE CARATTERISTICHE DEL GASLIGHTER

“Il gaslighter utilizza il rinforzo positivo (come parole d’affetto, elogi, cenni di stima) ogniqualvolta la vittima appare sul punto di crollare, o anche quando asseconda le sue richieste: in questo modo mette in atto una vera e propria manipolazione affettiva.

Il gaslighter manipola, svaluta e controlla. Queste manifestazioni si associano a tratti personologici disfunzionali di antagonsimo, distacco, inganno e disinibizione; tali atteggiamenti vengono praticati da personalità narcisistiche ‘maligne’ che spesso presentano anche una quota di antisocialità.

LA VITTIMA DI GASLIGHTING, SPESSO IGNARA DI ESSERLO

La vittima di queste pratiche, invece, spesso presenta tratti di dipendenza, e sviluppa sintomi depressivi di rassegnazione e negazione dei propri bisogni. Molte volte ripete schemi di sottomissione e si muove a partire da tratti di angoscia da separazione. Spesso capita che la vittima sviluppi proprio un disturbo post traumatico da stress.

Il più grande problema che si presenta in casi di gaslighting subìto è che proprio per la sua natura ambigua e perversa è difficilissimo da riconoscere: la vittima presenta sé stessa come inadeguata, è lei stessa a dubitare della propria sanità mentale, lei stessa a proporre a chi ascolta una ‘diagnosi’ di disturbo psichico. Parlando con persone care, o anche con un terapeuta, in molti casi la vittima di manipolazione non sa di esserlo, e riporta insicurezza, episodi di smarrimento, sensazione grave di inadeguatezza e insoddisfazione personale. “non valgo niente, non so far niente, meno male che c’è il mio partner, da solo non potrei farcela”: non è facile molte volte capire se si è di fronte a un disturbo dipendente di personalità o anche passivo aggressivo, o invece se chi parla è la vittima di un perverso manipolatore che cambia la realtà in modo da stravolgere la percezione che il partner ha di sé stesso.

Importantissimo è sempre cercare di credere alle proprie sensazioni e condividerle con persone che si sanno leali e super partes, evitando di colpevolizzarsi subito e di fidarsi di una sola persona, quella che ci svilisce e, mostrando di amarci, sta chiaramente cercando di cambiarci. Anche se è durissimo accettare che qualcuno possa volere destabilizzare la persona a cui dice di tenere, è necessario dare fiducia per primi a noi stessi, senza chiudersi alle critiche, ma senza accettare che la nostra personalità venga definita e descritta – malevolmente – dall’altro.

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Credits: Foto di Pexels | Rdnes Stock Project

UTILI CONSIGLI PROFESSIONALI

  • Non delegare agli altri il proprio sentire e la percezione del proprio valore personale;
  • Chiedere aiuto e supporto a tempo debito, prima che sia tardi;
  • Lavorare sulla propria autostima e sui possibili aspetti traumatici dell’infanzia;
  • Creare uno spazio di protezione, di amicizie e relazioni affettive valide a cui affidarsi;
  • Osservare le proprie emozioni, e riconoscere la paura come un’emozione sana che assolve a un ruolo di protezione e sicurezza”.

Per approfondire il tema:

Gaslighting: una sofisticata forma di manipolazione, difficile da riconoscere, di C. Perdighe, E. Pugliese, A. M. Saliani, F. Mancini, in “Psicoterapeuti in-formazione”

Firma

Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.

Ragazze, se siete interessate a informazioni a tema salute, benessere e relazioni, non perdetevi questi post:

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Ragazze, speriamo che questo post di approfondimento del Dottor Femia sul gaslighting vi possa essere utile. Ora vi lasciamo la parola: quante di voi erano già a conoscenza di questo fenomeno di manipolazione relazionale? Cosa ne pensate? Fateci sapere tutto nei commenti. Un bacione dal TeamClio!

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