COSA SIGNIFICA LANGUISHING? PERCHÉ CON LA PANDEMIA DI COVID-19 CI SENTIAMO COSÌ?
- Il termine languishing è stato coniato in tempi recenti per indicare un insieme di emozioni da pandemia di Covid-19.
- Si è parlato di languishing per la prima volta a maggio del 2021 sul New York Times in un articolo a cura dello psicologo Adam Grant.
- La parola languishing è stata coniata per la prima volta da Corey Keyes, un sociologo che ha pubblicato a riguardo un paper di ricerca sull’American Journal of Public Health.
- La parola languishing significa letteralmente “languire”, “struggersi”, “stare fermi”: indica in modo preciso come la maggioranza di noi si sente dopo il picco di pandemia da Covid-19, anche ora che pian piano stiamo vedendo degli spiragli di miglioramento.
- Per capire se soffriamo di languishing dobbiamo provare a pensare al tipo di emozioni che proviamo anche ora nel 2021: se ci sentiamo apatici, poco motivati, non felici ma neanche depressi o tristi allora sì, potremmo essere vittime anche noi del languishing. Anche riguardare le stesse serie tv in continuazione può farci capire di essere in un momento di apatia: mettiamo in atto piccoli rituali per ritrovare punti fermi e sentirci più sereni.
- La causa del languishing è da ricercare nel lungo protrarsi della pandemia tra alti e bassi e nel fatto che molti sono costretti in casa, anche per lavoro, da più di un anno: pensiamo ad esempio alla Zoom Fatigue.
- In psicologia si è soliti pensare alla salute mentale come uno spettro di emozioni, dalla depressione (il picco più basso) fino al massimo della felicità, euforia e produttività. Ecco, in questo insieme di stati d’animo, il languishing si colloca esattamente nel mezzo.
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Il languishing sarà l’emozione del 2021, almeno così sostengono gli esperti del New York Times. In un momento storico in cui non si vede una fine immediata degli effetti della pandemia da Covid-19, è facile sentirsi poco motivati e apatici: non si ha una chiara visione di quello che ci aspetta nel breve-medio termine per cui non si riescono a perseguire precisi obiettivi. Se non ci sentiamo né depressi né felici, allora siamo anche noi nel mezzo delle emozioni: soffriamo di languishing.
Ragazze, proviamo a capire meglio insieme come riconoscere il torpore emotivo, il languishing, e vediamo se ci sono dei modi per uscirne e tornare a guardare al futuro con carica e grinta.
COS’È IL LANGUISHING NEL DETTAGLIO? SCOPRIAMO COSA SI PROVA QUANDO SI È VITTIME DEL TORPORE EMOTIVO
Il primo a parlare di languishing come l’insieme di emozioni (o meglio, non-emozioni) è stato un sociologo americano, Corey Keyes, che ha pubblicato una ricerca a riguardo sull’American Journal of Public Health (AJPH).
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Keyes ha individuato alcuni tratti distintivi del languishing in persone che non si sentivano particolarmente tristi né felici, ma si “lasciavano vivere”.
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Sostanzialmente il languishing è apatia, un sentimento di torpore emotivo, che non porta a essere né depressi né euforici. In sostanza, il languishing è l’assenza di benessere.
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Anche se non sembra una condizione grave, c’è da prestare attenzione al languishing e provare a uscirne se se ne riconoscono i sintomi: infatti, secondo lo studio americano, chi soffre di languishing sarà più portato a sviluppare depressione e ansia nel futuro.
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IL LANGUISHING CI TRASCINA IN UNO STATO DI TORPORE E APATIA
Anche uno studio tutto italiano a cura di Marta Bassi et al., pubblicato sul Journal of Affective Disorders, ha evidenziato la maggiore probabilità di sviluppare una condizione post-traumatica da stress in chi ha provato il languishing durante la prima ondata pandemica.
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Ma come capire se si soffre di languishing? In primis dobbiamo essere obiettivi e osservarci il più possibile in maniera distaccata: siamo sicuri di stare bene, di avere progetti, di non languire semplicemente da mattino a sera chiudendoci in piccolo rituali che fanno trascorrere la giornata senza particolari emozioni?
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Tra i sintomi del languishing il più preoccupante è l’indifferenza, verso l’esterno ma anche verso noi stessi: si scivola pian piano nella solitudine e non si chiede aiuto perché, di base, non ci si sente male.
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Nel dettaglio secondo lo psicologo Adam Grant, autore dell’approfondimento del New York Times su quest’emozione, ecco cosa si prova quando si soffre di languishing:
- si ha la sensazione di vivere la giornata come “immersi” in una nebbia
- si è poco focalizzati, concentrati e motivati
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- non si è felici né eccitati al pensiero del futuro, soprattutto a medio-breve termine
- ci si sente svuotati, senza energia, come immobili
- si cercano piccoli rituali per passare il tempo in modo passivo o apatico, come il binge watching di serie tv o giochi online.
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